Maria Gabriella Sartori, psicologa - psicoterapeuta

 

 

 

>> torna a seminari

IL GRUPPO OPERATIVO NELLA COMUNITA (C. Andreatta)

Per Endimione ed altri (Voce del Popolo, Voce del Piave).

“GENITORI E ADOLESCENZA: Apprendere con il Gruppo Operativo.”

Martedì 8 novembre 2005 si è svolto il primo incontro del ciclo, “Amori e dolori: voler bene ai propri figli, può bastare?”, promosso dai comuni di Valdobbiadene, Segusino e Vidor, in collaborazione con Don Gigetto de Bortoli, e svoltosi presso l’ISISS Verdi di Valdobiadenne. Il ciclo d’incontri è stato realizzato grazie all’impegno del Comune di Valdobiadenne, in particolare dall’assessore ai servizi sociali Luciana Fuss che ha trovato i finanziamenti per quest’iniziativa. Si tratta di fondi stanziati per la promozione del benessere, dell’educazione, della cultura, che rientrano in un’ottica di prevenzione anziché di cura. Il primo incontro del ciclo è stato condotto dalla dott.ssa Maria Gabriella Sartori, psicologa, psicoterapeuta, socia Coirag, (scuola di specializzazione in psicoterapia), frequentata anche dalla sottoscritta. Appena ho appreso di quest’incontro ho voluto esserci, sia come psicoterapeuta COIRAG, sia soprattutto come Valdobbiadenese. Desideravo osservare la realizzazione di un gruppo operativo nella mia comunità, in particolare l’utilizzo di questa tecnica allo scopo di esplorare e condividere le difficoltà vissute dalle persone, in questo caso dai genitori di figli adolescenti, per apprendere modalità non stereotipate di affrontarle. In tale incontro é stato creato il gruppo operativo, e cioè un insieme di persone con un obiettivo comune, che tenta di raggiungere operando in equipe.
Come comunicato inizialmente dalla relatrice, un insieme di persone di per sé, non è un gruppo: lo diviene quando si dà un obiettivo comune. Questa tecnica psicoterapeutica trae origini da due autori argentini; Pichon- Rivière e Bleger, che hanno fondato una psicologia al servizio del benessere e dell’evoluzione delle persone della società. Presupposto del gruppo operativo è che, insegnamento ed apprendimento costituiscano due momenti dialettici inseparabili, parti integranti di un unico processo in perenne movimento: non è possibile insegnare correttamente se non si apprende nel momento stesso in cui s’insegna”.( Bleger, 1961).
Il mantenere e ripetere gli stessi comportamenti e le stesse norme, in modo rituale, nella vita quotidiana comporta un blocco nell’insegnamento e nell’apprendimento; la ritualità implica non affrontare i cambiamenti ed evitare l’ansia. Il gruppo operativo permette l’emergere delle ansie che paralizzano l’apprendimento e il riavviarsi della spirale dell’insegnamento-apprendimento. L’incontro si è svolto senza nulla di programmato. E stato solo predefinito il setting e fornite alcune note conoscitive da parte della conduttrice in merito all’età adolescenziale. Setting è un termine tecnico che indica la specifica predispozicione di spazi e tempi scelta per raggiungere un dato obbiettivo.: in questo caso è stato sceltolo spazio più amplio dell’edificio, all’entrata, con le sedie collocate a cerchio su quattro livelli.Questo asseto ha massimizzato l’interazione e favorito una partecipazione attiva di tutti all’incontro. La conduttrice è stata regista più che attrice ed ha svolto un ruolo di facilitatore dello scambio tra i presenti, in modo che potessero emergere le difficoltà, le ansie che i genitori quotidianamente vivono nel loro ruolo. Via via che ognuno si esprimeva, si creava un pensiero di gruppo: le problematiche espresse da un genitore trovavano un seguito in quello di altri e si arricchivano nel commento d’altri genitori ancora; ogni singolo trovava uno specchio in cui riflettersi. Il bello e l’originalità dell’incontro è stato proprio che i partecipanti, anziché assistere ad una lezione teorica ex-catedra, si sono trovati ad essere loro i protagonisti della serata, e senza accorgersene, ad apprendere dai colleghi genitori e nello stesso tempo, ad insegnare, mentre la conduttrice manteneva una presenza per lo più silente, e no por questo assente. L’auspicio è, che da quest’esperienza di gruppo operativo, possa emergere una rete intessuta dalle relazioni tra genitori e tra genitori e istituzioni del sociale, quali Comune, Parrocchia-consultorio e centro formativo- C. Bombo per la prevenzione e promozione della salute), Servizi del privato sociale, ULSS. Il mio giudizio è senz’altro positivo, e penso che leggendo questo resoconto altre persone cui è stata rivolta l’iniziativa, possano essere invogliate alla partecipazione dei successivi incontri in calendario. Penso che iniziative come queste vadano sostenute e moltiplicate, poiché la circolarità delle esperienze e le riflessioni di gruppo sono un valido sostegno a quei disagi giovanili e familiari che affrontiamo quotidianamente, ai quali deve andare tutta la nostra attenzione e cura.

Chiara Andreatta.
Psicologa- Psicoterapeuta.
Treviso, Italia. 18/11/2005