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IL GRUPPO DI LAVORO PRODUTTIVO (*)
Negli Stati Uniti d'America, le industrie straniere penetrarono molto.
Ciò provocò viaggi di studio dei manager in Europa e Giappone.
Cosa scoprirono gli americani? Che tra le organizzazioni più produttive:
Volvo, Sony, Phillips, tre abilita emergevano:
1. Copiare e migliorare la tecnologia degli altri.
2. Una particolare lealtà e dedizione al lavoro alla causa comune.
3. Se utilizzava in modo efficiente i gruppi d'attività, dove i
lavoratori erano coinvolti nei problemi del lavoro stesso.
Si opera in gruppo nell'ospedale, la scuola la fabbrica lo sport, ecc.
Le domande da porsi sono: come istituire, cioè, come organizzare
sistematicamente i gruppi di lavoro?
Come aumentare la produttività in un'impresa, un'istituzione, migliorando
i prodotti di gruppo?
I
Ciò che gli americani hanno imparato dai giapponesi e che la maggior
produttività de questi, risiede nel aver valorizzato e dato importanza
al fato che in ogni organizzazione nel personale ci sono capacità
e risorse inutilizzate.
Nelle istituzioni, no se utilizza tutta la capacità né tutte
le potenzialità che ci sono nelle persone.
Le persone si aspettano che le loro capacità siano utilizzate in
modo adeguato.
Si aspettano inoltre: la collaborazione, il coinvolgimento, la valorizzazione
e la partecipazione.
Attualmente sappiamo che:
• A.- Il successo di un gruppo è in parte dovuto alla capacità
del leader de gestirlo e de condurlo.
• B.- I concetti di creatività e innovazione appartengono
a tutta la popolazione. Un bravo leader deve avere la capacità
di scoprirli e di mettere le risorse a disposizione dei propri gruppi
di lavoro
• C.- Le decisione prese collettivamente o per consenso, costituiscono
un processo maggiormente produttivo di quelle prese individualmente.
• D.-Aproccio partecipativo. Un problema è messo sotto lo
sguardo di tutti, visto da punti di vista diversi ciò arricchisce
la comprensione del fenomeno.
II
Il leader deve essere capace di tradurre nella pratica le seguente caratteristiche
dei gruppi:
1.- La produttività è la risultante di un impegno individuale
e gruppale.
2.- I membri devono essere mezzi in grado di conseguire elevati livelli
di soddisfazione e d'impegno.
3.- Le capacità, le abilità, i talenti e le risorse devono
essere utilizzate al massimo: (emozioni, ed ideali inclusi.) Es. Il tennista
Mc. Enroe, Giapponesi: Orgoglio Nazionale, Clinton: America è un'idea.
Toledo, presidente peruviano: riscatto de un popolo, più riscatto
familiare).
III
OSTACOLI che trova il leader al lavoro in gruppo
1.- la resistenza al cambiamento, all'innovazione. No si accetta il lavoro
in gruppo per es. o no se accetta l'équipe de psicologi.
2.- il perpetuarsi dei vecchi stili de sviluppare il ruolo de leader o
di favorire le capacità del individuo versus il gruppo. (In USA
il mito del self-made-man).
PREGIUDIZI.
- il leader è "centro", o l'accentratore", e il
gruppo "sta li a guardare".
- Il gruppo e attivo, risolve i problemi, però viene solo glorificata
la "star" del gruppo soltanto.
- La competizione eccessiva del manager con il suo gruppo -al interno-
e no con altri gruppi, all'esterno. Es. Benetton con suo figlio, 7000
m. in montagna, Agnelli con suo figlio- morto suicida- Giappone compete
con gli USA o le imprese petrolifere tra loro, pero no contro se stessi,
marito e moglie psicanalisti, o professionisti. Ecc.
- La competitività è stimolante, la combattività
è produttiva, quando è tra gruppi e dov'ogniuno mette il
meglio di se stesso. Nello sport vincere perché si è bravi
o vincere perché ci si droga?
- La concorrenza destruttiva, parente dell'invidia porta alla vincita
immediata, pero poi si ritorce contro se stessi, -tagliare le gambe,
GRUPPO EFFICACE
E colui dove il successo del gruppo, si sovrappone al successo individuale.
Dove le persone si sentono vincenti o perdenti come gruppo, no come individui.
Il gruppo non è un insieme d'individui in lotta tra loro: ciò
distrugge al gruppo.
Il gruppo di lavoro efficiente: non nasce per caso.
Ci vuole Tempo e Pazienza per introdurre un piano di lavoro di gruppo.
Il tempo è necessario sia per avviare un programma di lavoro, sia
per vedere i risultati:
Il gruppo efficiente nasce dall'attenzione che il leader presta a quattro
fattori.
1.-svillupo della propria capacità di gestire i gruppi -formazione
continua e permanente.
2.-il leader deve sapere che un gruppo è un'entità viva:
nascono, si sviluppano arrivano alla maturità e anche scompaiono.
3.- Che è molto diverso gestire un gruppo istituito che un gruppo
istituente. Quelli hanno abitudini, più resistenza al cambio, ecc.
4.- il leader deve essere in grado di capire la differenza tra un gruppo
produttivo e un gruppo improduttivo.
Nel gruppo di lavoro produttivo:
- i ruoli d'ogni membro sono chiari. Ogni uno fa il suo lavoro però
è in grado d'aiutare, di fare di supporto agli altri. (collaborazione)
- c/u dei componenti del gruppo si prefigge obiettivi, d'accordo alle
proprie capacità, le conoscenze. La somma degli obiettivi individuali
è il compito del gruppo di lavoro, dove tutti i membri sono d'accordo.
- C/u capisce e approva le politiche e le procedure del sistema di lavoro.
- I problemi interpersonali, di lavoro, vengono discussi affrontati e,
se possibile, risolti, e non lasciati in disparte.
- Il leader deve sapere diagnosticare e soluzionare i problemi -anche
con aiuto esterno se necessario- (Psicologo istituzionale, consulenti
vari9.
Per la diagnosi, gli indicatori a considerare come rapporti positivi tra
i membri del gruppo sono:
-comunicazione aperta e circolare.
-pochi errori, pochi reclami.
-cooperazione responsabilità..
poco stato di conflitto.
Le cause che portano agli effetti sopraelencati sono:
- ruoli chiari definiti e acetati.
- Relazioni positive tra i membri.
- Processo e procedure chiaramente definite.
- Leadership efficace.
IL GRUPPO DI LAVORO IMPRODUTTIVO
Come la febbre, l'improduttività è un sintomo, che può
avere tante cause.
La febbre può avere dovuto ad un'intossicazione ad un'infezione,
al freddo, alla paura, ecc. Una stessa causa, inversamente può
provocare tanti effetti.
L'improduttività può essere causata -per esempio-:
-per no accordo con il compito.
-per no accordo con il leader.
-per no accordo tra i membri.
Sono sintomi del malessere gruppale:
- assenze eccessive: per malattia? Per altri impegni?, per rifiuto del
leader? Per rifiuto del compito?
- Conflitti tra i membri del gruppo: urla, insulti,
- Discordanza tra la comunicazione verbale e non verbale: in una riunione
del'equipe, uscire continuamente della stanza, allontanare la sedia, parlare
al telefono in continuazione ecc.
- Comunicazione: totalmente assente, o insufficiente.
- Comunicazione verticale -esclusivamente- non circolarità della
stessa.
MODELLI O RETTI DI COMUNICAZIONE GRUPPALE-ISTITUZIONALE
A - DECENTRALIZZATO .......... B - ... C -... D - ...
CENTRALIZZATO
a - il cerchio  b - la
catena  c - la ruota  d
- la ypsilon |
Le variabili che intervengono sono:
- struttura decisionale gerarchica: verticale o dall'alto al basso e viceversa.
- Indice di centralità: centralizzata o decentralizzata. Il flusso
d'informazione nel gruppo è concentrato in una persona o disperso
in modo uniforme tra i membri del gruppo.
Se il compito è semplice nel gruppo centralizzato ci sono meno
errori.
Se il compito è complesso, il gruppo decentralizzato rende di più,
perché c'è un sovraccarico cognitivo del leader, con un
conseguente deterioramenti delle prestazioni del gruppo.
Nel gruppo decentralizzato, gli individui lavorano meglio perché
non si sentono "lasciati in disparte": la morale e la soddisfazione
nel lavoro è maggiore.
Nel gruppo centralizzato la delega non c'è o è minore. Questo
gratifica al leader che si sente "indispensabile", in detrimento
della morale del gruppo, con la sensazione di " non sentirsi necessari",
-anziché tutti siamo necessari ma nessun indispensabile. Che un
sano modo di relazionare.
La delega che avviene nel gruppo decentralizzato porta a una maggior autonomia,
e perciò a più rendimento; però pure alla paura di
perdere potere da parte del leader.
Infine, l'efficacia della rete, dipende della natura del compito: Es.
Chiesa Cattolica, modello molto centralizzato, anche se i vescovi nel
mondo forniscono la decentralizzazione. Centralizzazione = Dipendenza.
Decentralizzazione = Autonomia.
SINTOMI TIPICI D'IMPRODUTTIVITÀ: SIGNIFICATO
1. Indicazioni caute o timorose, per paura della critica, no si parla
chiaro si dice "forse".
2. Comunicare per lettera anziché di persona -verbale. Per paura
di essere mal interpretati. "Me lo dica per scritto"!
3. Mancanza di dissenso.Il sano confronto forma parte d'un gruppo di lavoro.
Se tutti sono sempre d'accordo, è sintomo che in quel gruppo non
si può comunicare le proprie idee.
4. Mancanza di scambio d'informazione: l'informazione è potere.(il
primario dell'AZL che tiene tutta l'informazione nel cassetto della scrivania.
E. nella C:T)
5. Uso della critica come un'arma: solo un imbecille farebbe cosi!
6. Mancanza di feed-back nelle informazioni individuali. (Il maestro che
no corregge i compiti, il terapeuta che sta sempre zito- o dorme)
7. Riunioni inefficaci: il leader costata che - non c'è ordine
del giorno- la riunione è una noia -passività dei membri
-riunioni lunghissime o mal organizzate -monopolio della discussione da
parte di una o due persone...se reprime alla gente e/o si ostacola la
partecipazione.
La riunione inefficace si riconosce dai commenti nei corridori:
"Finalmente è finita"!
"Che confusione"!
"Non abbiamo concluso nulla"!
8. Obiettivi poco chiari.
9. Poco impegno o routine. "non sono questi i miei obiettivi"
10. Obiettivi no realistici o irraggiungibili
11. Conflitti distruttivi all'interno del gruppo. Sospetto, stato di conflitto
12. Mancata utilizzazione dei talenti dei membri del gruppo. Il sotto
utilizzo crea frustrazioni
13. Concorrenza tra i membri del gruppo. Nascondono le informazioni tra
loro, diffidenza delle idee degli altri. Rubare le idee per diventare
la " star".
14. Conformismo o propensione a seguire le regole-passività. Manca
l'iniziativa e la creatività. Nella scuola burocratizzazione, stimolo
del conformismo e si scoraggia l'iniziativa, stimolando la dipendenza
funzionala al potere.
15. Tensione e ansietà all'interno del gruppo: atmosfera tesa,
i membri non si sentono a loro agio, La fronte è corrugata i pugni
stretti si fuma in eccesso.
16. Confusione dei compiti e dei ruoli: !"questo è lavoro
suo e non mio!" Stai lontano del mio territorio"! Qui comando
io"!
17. Sfiducia nella altri, nella loro capacità
18. Autoritarismo versus democrazia: decide una sola persona, il capo.
Gli altri membri sono marginali. Potere e strategie politiche: manipolazione
del gruppo secondo i loro interessi. No consenso.
MODELLI DI LEADERSHIP
Autoritario = rete di comunicazione: catena. Jerarquico. Ribellione. Persecuzione
Democratico = rete di comunicazione: cerchio, decentralizzato. Partecipazione.
Errori però soddisfazione dei membri
Laizzez Faire = Abbandono.
INDICATORI DI PRODUTTIVITÀ
A. COMUNICAZIONE. La relazione tra i membri si basa nell'onesta e nella
fiducia. Le voci di dissenso si ascoltano. C'è scambio d'informazione
Il leader incoraggia la libera espressione delle idee.
B. OBIETTIVO-COMPITO. Sono chiari e ben capiti da tutti i membri ai quali
aderiscono. Sono realistici sebbene impegnativi. Gli obiettivi si stabiliscono
tramite un processo di partecipazione e di coinvolgimento. (Ess. In una
fabbrica, produrre x camicie il giorno. Ministero della Salute: diminuire
la mortalità infantile e -o le malattie infettive.)
C. CONFLITTI INTERPERSONALI. I contrasti tra le persone sono parte del
lavoro e dell'interazione umana. No sono rigidamente soppressi, bensì
discussi all'interno del gruppo steso.
D. RUOLI. Dei membri del gruppo, sono concordati e non imposti. C'è
fiducia in se stesso. E negli altri. Lealtà gruppale e organizzazione
d'accordo alla capacità d'ogni uno.
E. CONTROLLI o supervisione del lavoro.
F. ASSUNZIONE DI DECISIONI. Democrazia interna. In modo consensuale. Tutti
sentono d'aver contribuito. Il contributo individuale è valorizzato
e considerato. Le decisioni finali sono accettate da tutti i membri.
G. RISULTATI. Aumento della produttività
(*). Lavoro teorico- pratico letto alla Scuola Mozzoni. Mestre. 1997