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EROS, THANATOS e il perché della guerra.
Congresso Nazionale AION- [ * ]
Castello del Cataio, Battaglia Terme (PD), 24/25 settembre 2010
Ci sono due maniere di contendere, una con la ragione l'altra
con la forza; la ragione è propria dell’uomo, la
forza è propria delle bestie.[ Cicerone, 106 a.c.- 43 ac.]
La fuerza es el derecho de las bestias. [J. D. Perón,
1956]
Introduzione.
Tutti noi siamo figli mortali, uccisi dal tempo della nostra vita.
Crono è il Tempo senza Topos, per cui la stirpe umana non
è immortale.
Se partiamo dalla biologia, tutti gli esseri viventi sono “parenti”
tra di loro, perché tutti hanno un filo genetico comune.
Nel tempo, gli esseri viventi si trasformano, ma condividono le
stesse caratteristiche sia di strutture cellulari che di codice
genetico.
La meta o finalità della materia viva avviene attraverso
la sua monotona riproduzione fino all’infinito, oppure fino
a che un fattore esterno alla stessa la distrugge.
Eros, primordiale, permette che gli organismi unicellulari si
riproducano per bipartizione o gemmazione in modo infinito. Questo
processo rappresenta l' immortale, che spiega la continuità
della vita, della materia viva, insieme all’interscambio
del materiale genetico.
L’ontogenia ricapitola in parte la filogenia e descrive
lo sviluppo dell'essere, partendo dall’ovulo fino alla sua
forma adulta. L’embriogenesi culmina con la formazione di
un embrione che può passare attraverso fasi differenti:
larva, feto, ecc.
Nelle specie animali, il ciclo vitale si completa con l’invecchiamento
e la morte. Con il salto evolutivo e la riproduzione sessuale,
appare la morte a livello individuale. Gli individui presi isolatamente
sono programmati per morire dopo la riproduzione sessuale, perché
diventano obsoleti.
Bisogna distinguere tuttavia la vita della specie dalla vita dell’individuo.
Se la vita sulla terra finirà, non si dovrà a cause
interne, ma a cause esterne: la fine dell'energia solare, cause
tossiche ecc... Forse Freud ha confuso la filogenesi con l’ontogenesi,
quando parla della pulsione di morte.
Gli organismi viventi sono sistemi aperti, che hanno bisogno del
fuori come alimento. Per questo non smettono di esistere. Non
c'è una forza da dentro né una pulsione di morte
che lo spieghi. Per uccidere o uccidersi bisogna avere forza o
energia. Si muore ontogeneticamente, perché s’invecchia,
ed Eros si estingue. Assodato che esiste un filo genetico comune,
occorre distinguere la vita della specie dalla vita dell’individuo.
Non c’è una pulsione di morte che porta alla autodistruzione,
allo stato inorganico.
Ritornando all'individuo, Vita e Morte, Amore e Odio, sono differenziazioni
che partono da una radice comune: l'Eros primordiale, cioè
la tendenza verso l’unione. Pure gli atomi si uniscono.
Il filosofo francese, A.Camus diceva: Già che la natura
condanna a morte l’uomo, almeno che questo non lo faccia;
e si domandava pure: cosa impedisce agli esseri umani di suicidarsi?
La guerra è l’applicazione massiccia della pena di
morte (Derrida)1, pena di morte che viene inflitta agli figli.
La guerra è in realtà un vasto, enorme figlicidio.
(Rascosvky).
In senso più ampio, è il bisogno di controllare
l’Altro e di controllare le sue Risorse. Tutto ciò
è generato dall’Umana Dipendenza, insieme al Piacere
di avere Potere sull' altro-( é la mia ipotesi ) insieme
alla continuità della relazione dialettica tra Padrone
e Schiavo, fondata nella dipendenza, non riconosciuta. Si dipende
dall’Altro per vivere e, perciò, l’Altro è
amato e temuto, amato e odiato.
Negli studi di R. Spitz, 2 i neonati rifiutati o non accettati
dal gruppo primario di appartenenza, e per conseguenza dalla madre,
(intesa come rappresentante del gruppo), si osserva che il rifiuto,
sia attivo che passivo, porta al marasma, alla depressione anaclitica,
a vomiti e/o malattie respiratorie, infine, al coma del neonato
e alla morte: una chiara dimostrazione della dipendenza umana,
e di come la Vita nella specie umana è uguale a Desiderio
o Eros.
A questo punto la mia ipotesi coincide con quella di Fenichel
3, l’aggressività e l’odio non si spiegano
con la pulsione di morte, ma al contrario: si uccide per vivere-[
nutrimento, autodifesa] o per viceversa, si vive por uccidere
[ voracità, onnipotenza distruttiva]
La frustrazione genera odio, aggressività, distruttività.
Quanto più primitivo è il livello di maturità
di un individuo o gruppo, tanto maggiore sarà la sua modalità
di funzionamento a questo livello,ci sarà quindi più
frustrazione, più aggressività e distruttività,
giacché l’odio neutralizza la tendenza all’unione.
Se integriamo gli studi storico-antropologici, passiamo alla
distinzione tra:
Matriarcato e Patriarcato-
Matriarcato e Patriarcato sono due forme, o stadi, di organizzazione
socio economica. Lo stadio del diritto materno è precedente
allo stadio del diritto paterno e i due diritti continuano poi
ad alternarsi in una sequenza di lotte, superamenti e arricchimenti
dialettici.
Nel Matriarcato la donna, in quanto madre, ha il predominio e
il potere.
Il Patriarca è sia la figura più autorevole sia
l’istituzione basata sull’autorità del più
anziano dei discendenti maschili.
Il Matriarcato, ad un certo punto della storia, viene soverchiato
dal Patriarcato, per cui si sostituisce il culto della fertilità
con il culto della guerra. Nascono le norme giuridiche, la proprietà
privata, lo Stato, lo schiavismo; la xenofobia che sostituisce
al diritto di ospitalità o xenophilia. Inizia il diritto
del più forte.
La guerra passa da difensiva a offensiva, un ramo permanente produttivo.
Un modo “naturale” per ottenere beni, la caccia de
animali e de uomini, “che nati per ubbidire, si negano a
sottomettersi”.
É più onorevole diventar ricchi con la rapina piuttosto
che con il lavoro, poiché il lavoro spetta solo agli schiavi,
o agli esseri inferiori: donne e bambini. 4 5 Contemporaneamente,
a differenza dei popoli agricoltori, i popoli pastori, dovendo
sopravvivere in ambienti più ostili, soffrendo il nomadismo,
la scarsità delle erbe, la siccità, quasi naturalmente,
sanciscono il culto del guerriero e la superiorità della
forza sopra la fertilità.
Perché la guerra ?
Aristotele, nel suo libro: “La Politica”, afferma
:“Le uniche società senza schiavi sono le società
dell’utopia: in queste, si raccoglie senza seminare; la
farina si lavora da sola, la brocca si versa da sola.” Lo
schiavo è materia, il Padrone è “nous”,
forma pura, intelligenza. Il padrone pensa, filosofa o fa la guerra,
e lo schiavo lavora.
In questa descrizione c’è già una prima risposta
al perché della guerra.
Anche Freud ed Einstein si sono posti questa domanda nel periodo
fra il 1932-36, ma nessuno dei due si domandò: "perché
il Patriarcato si è imposto al (precedente) Matriarcato?"
Freud nasce a metà del secolo XIX, educato in una società
patriarcale, apparentemente stabile, dove la differenziazione
delle parti svolte dai due sessi e la supremazia del sesso maschile
sembra fuori di ogni dubbio.
In quell'ottica la donna viene considerata un essere incompleto,
un uomo castrato; l’assenza del pene, vissuta come una mutilazione,
è vista come inferiorità organica che produce, di
conseguenza, un’inferiorità sul piano psicologico,
culturale e morale. Se è ribelle, invece diventa fallica.
Non c’è alternativa.
Solo con la seconda generazione di psicoanalisti si capirà
che non esiste soltanto l'invidia del pene, bensì l' invidia
del seno e dell’utero. Allora s’intuirà il
grande valore della madre, tanto che la relazione corporea e psicologica
tra lei e il figlio diventeranno fattori importanti; si capirà
che la creatività è possibile perché a tutti
e due, maschio e femmina, manca qualcosa. Si può passare
dall’invidia dell’utero, del seno, del pene, alla
generosità e gratitudine per cui ognuno potrà dare
all' altro quello che ha e ricevere quello che non ha...
Einstein nelle lettere che scrive a Freud, gli propone, da pacifista
convinto, delle domande : “Cosa si può fare per evitare
agli uomini l’amaro destino della guerra?”[...]“
è possibile controllare l'evoluzione mentale dell'uomo
per metterlo in salvo delle psicosi che promuovono l'odio e la
distruttività? E, si badi bene, non sto pensando alle masse
analfabete o illetterate...- continua Einstein- L'esperienza prova
che, piuttosto, sono gli intellettuali, la citata “cultura”,
la più incline a queste disastrose suggestioni collettive,
perché l'intellettuale non ha contatto diretto con la vita
reale bensì la trova nella sua forma più semplice,
nella pagina stampata.”6.
Freud, nella lettera del 2/09/32, gli risponde: “trovo poco
probabile o inutile il proposito di eliminare le tendenze aggressive
degli uomini. Dicono che in paesi lontani e felici della Terra,
dove la natura è prodiga nel soddisfacimento delle necessità
umane, ci sono delle tribù pacifiche, tra le quali s’ignora
l’oppressione e l’aggressività. Mi è
difficile di credere, e mi piacerebbe sapere di più su
questi esseri gioiosi”. (Emerge il ricercatore, nonostante
il suo pessimismo).
Il diritto materno era fondato nella fecondità della Grande
Madre Terra, la Pacha Mama nei popoli aborigeni (americani), Afrodite
nel mondo greco, dove il femminile e la natura sono in simbiosi.
La Natura è la madre incessante, che dà la vita
e la riceve nel suo seno.
La morte è intesa come il ritorno alla madre –terra
-utero. Invece, nel Patriarcato, è il ritorno alla casa
del padre.
Con Demetra, inizia il matrimonio nel piano sociale, pur continuando
la costante relazione tra l’agricoltura, la donna e la natura.
La colpa originaria, o il peccato originale: (da pecca: ciò
che manca, o errore)
Nella Bibbia, Genesi 2,5, Dio disse:" sia fatto l’uomo
(de humus–terra)- a mia immagine e somiglianza;" e
quindi creò l'uomo. Maschio e femmina li creo.
Genesi 2, 6 (…) e perché l'uomo non fosse solo, dalla
sua costola creò la donna, chiamata così perché
tolta dall'uomo-[ Ishsha, da Ish tolta]
Il mito di Eva e Adamo, nella seconda Genesi, rappresenta simbolicamente
l’inizio del Patriarcato, circa 5770 anni fa-. (Eva nome
mitico della donna = vita)
Con questo mito la donna “nasce” con un corpo “parziale”e
senza logos.
Apollo, nell’antica Grecia, è simbolo del passaggio
al Patriarcato. Dalla divinità ctonia all’eroe solare
unico, il Sole Invictus dei romani. Dio di origine semitica grido
di dolore Yh, Ie, [Ya Vé] EIOS che si sdoppia poi in Apollo
e Artemide.
Se il mito è una forma di pre-scienza, la Ierogamia, o
genesi del sacro, è l’unione fra forze pari e cioè
unione del Cielo-Terra, Sole Luna. Infine la unione della donna
con l'uomo- è concepita come “Ut maritus supra feminan
in coito iacet, sic coelum supra terram” 7.
Allora c'è da chiedersi : è Parità o sottomissione?-
Nel Deuteronomio, [ 21, 15, 23 ] la relazione di Potere, fondata
nella relazione autorità –sottomissione, è
chiaramente indicata: “Se un Uomo avrà un figlio
testardo e ribelle, che non ubbidisce alla voce né di suo
padre, né di sua madre, lo prenderanno, lo condurranno
dagli anziani della sua città, e diranno: questo nostro
figlio è testardo e ribelle allora tutti gli uomini della
sua città lo lapideranno e morirà, tutto Israele
lo saprà e avrà timore”.
In sintesi, sottomissione del figlio/i al padre, della donna al
marito e di tutti questi alla gerontocrazia.- L’eredità
andrà al figlio maschio, anziano e ubbidiente, e i figli
illegittimi faranno i lavori più umili o saranno espulsi-
(Mito di Abramo). Precondizione di ogni lotta e guerra.
Nel diritto matriarcale, i figli sono tutti uguali come espresso
negli ideali della rivoluzione francese: egalité, fraternité
et liberté- 8.
Hegel dirà che il Padrone diventa tale perché rischia
la vita. La donna la rischiò nel parto, fino a tre generazioni
fa, [-nei paesi sviluppati]- e non solo lì. Ma padrona
non è.
Simone de Beauvoir nel 1949 con la pubblicazione del “Secondo
Sesso”, avvia una profonda riflessione sulle radici dell’oppressione
femminile. L’uomo, soggetto della Storia, e la Donna, considerata
L’Altro.
Il fascino del principio materno si esalta, in un mondo pieno
di violenza, dove la donna, prodigandosi nella cura per il figlio,
frutto del suo corpo, impara prima dell’uomo a spingere
la propria preoccupazione amorevole verso i confini dell’Io
individuale. “Lei è benevolmente predisposta verso
un altro essere, sa dedicarsi all’Altro, alla sua conservazione,
e al suo abbellimento […] e gli dona tutte le sue capacità
creative. Da essa procede ogni elevazione delle norme di vita,
ogni sollecitudine, ogni pietà verso i morti”. 9
Ricordiamo che Eros è figlio di Afrodite ,[ Venus dei romani].
10
Afrodite utilizza la persuasione, da distinguere dalla manipolazione.
Persuadere significa spiegare, mediante il ragionamento. Oggi,
siamo tutti qui riuniti insieme per ragionare sulla Vita e sulla
Morte, sul perché della guerra, e se é possibile
evitarla. I grandi crimini, scriveva Aristotele, non si fanno
per necessità, fame, freddo, bensì, per desiderio,
per piacere eccessivo. Non si diventa tiranni perché si
sente freddo o fame. 11.
La voracità insieme alla onnipotenza distruttiva descritta
dalla Klein e che ritroviamo nello psichismo primitivo).
Per concludere
L’emergente femminino dopo più di 5700 anni di Patriarcato
è forse oggi l’elemento culturale più significativo.
Se consideriamo come prima fase la parità giuridica, economica
e politica della donna, l'obiettivo della seconda fase dovrebbe
essere l' affermazione della differenza della donna, intesa come
assunzione storica della propria identità di genere e di
ricerca di valori nuovi, per la trasformazione reale della società.
Questa trasformazione potrebbe avvenire, a mio avviso, soltanto
se il 52% della specie, è pronta ad assumersi l’amministrazione
dei problemi del mondo in qualità di socia con pieni diritti.
Non sulla base dell’Invidia, la concorrenza, la rivalità,
né il dominio di un genere sull’altro, di un Mondo
sull’Altro, (la coazione a ripetere), bensì sulla
complementarietà e collaborazione tra essere umani, che
sono uguali, (da humus terra) ma allo stesso tempo, diversi.
Partecipazione e integrazione tra Eros e Logos, tra maschile e
femminile, tra Fare ed Essere, tra forza e tenerezza, tra approfondire
e conoscere pazientemente, anziché produrre a tutti i costi.
Infine, tra destra e sinistra, tra Madre Terra e dio Sole, Sole
e Luna, Sole e Mare- Uguali ma non identici.
Come [?] nella la prima Genesi (sono stati) creati.
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N.1 Derrida, Jacques, filosofo francese (1930-2004) direttore
della « Ecole des Hautes Etudes in Sciences Sociales »
Camus A, (1913-1960) tutti i due, nati in Algeria,
Se per Derrida la guerra é la condanna a morte massiccia,
altri considerano che la «guerra sia un buon affare».
E per ciò, possiamo dire: Investa un figlio!
N.2 Spitz René, El primer año de vida, Ed. Aguilar,
Madrid, 1968.
N.3 Otto Fenichel, (1897-1946) psicoanalista austriaco della chiamata
Seconda Generazione. A ventitré anni fa il suo ingresso
all’Associazione Psicoanalitica Viennese.
Nel 1922 si trasferisce a Berlino e con Bernfeld, Fromm, Reich
e altri, integra il gruppo de Psi Socialisti e marxisti.
N.4 Engels, L’origine della famiglia, la Proprietà
privata e lo Stato, Editori Riuniti, Roma, 2005.
n.5 Schiavo in greco è andrapodon, “che ha piedi
di uomo” in opposizione a tetrapode, o quadrupede, come
le bestie. Solone (638 – 558 a.C) ufficializza lo schiavismo
e getta le basi della democrazia ateniese; in un censimento dell’Attica,
(317 a 307 a.C) per 21.000 cittadini, ci sono 10.000 meteci, e
400.000 schiavi.
Platone stesso, alla sua morte, ne aveva cinque, e diceva che
un cittadino ricco ne poteva avere anche più di cinquanta.
N.6 Lettera de Einstein a Freud, del 30/07/1932.
N.7 Mircea Eliade, Trattato di Storia delle religioni, Boringhieri,
Torino, 1956.
N.8 Edoardo de Filippo, in Filomena Marturana, esprime questo
principio, per Filomena, Tutti i suoi figli sono uguali.
N.9 Bachofen, J.J. Il Matriarcato, Einaudi Editore, Torino, 1988.
N.10 Una buona idea del mitologo, -scrive Aristotele, è
stata quella d’immaginare l’unione di Ares con Afrodite,
perché tutti i guerrieri sono proclivi all’unione
sia con il maschio sia con la femmina. Punto di vista patriarcale.
N. 11 Il conquistatore diventa poi schiavo di quello che ha conquistato,
perché deve conservarlo. Aristotele è dialettico
senza saperlo. Vediamo oggi le nostre città e la nostra
vita blindata , in Europa, in Usa e altre città di America.