Maria Gabriella Sartori, psicologa - psicoterapeuta

 

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IL TEMPO: MITO, STORIA, PSICOLOGIA

Il tempo è:
Lento per quelli che aspettano,
veloce per quelli che hanno paura,
lungo, per quelli che si lamentano,
breve, per quelli che festeggiano,
Un’eternità, per quelli che amano.
William Shakespeare, (1564-1616). (*)

Il poeta, Thomas Mann, nel 1936 diceva in una conferenza su Freud: “L’interesse mitologico è proprio cosi insito nella psicologia, come l’interesse psicologico è insito in ogni attività poetica.”
La psicologia del profondo, della psicoanalisi, come la mitologia, sono un modo di entrare nel remoto, nell’origine, della vita, sia dei popoli, sia dei singoli.
Nella storia dei popoli, il tempo primordiale, del profondo, si fonda sui miti. Il mito fonda le norme e le forme elementari della vita.
Mito è fondazione di vita, lo schema a temporale cui la vita si adegua, riproducendo i suoi lineamenti dall’inconscio
Che cosa è un mito? Un mito è un racconto, una storia, pero non qualsiasi storia.
Una storia sacra. E un racconto sacro, e simbolico
Simbolico, vuol dire, “che mette insieme, fa raggiungere, un significante con un significato.”
Il mito è un paradigma, un modello, d’ogni atto umano significativo. Raccontando una storia simbolica, il mito lega, mette insieme, unisce i membri d’una comunità, che grazie al mito-rito, crede nella loro unità, e nella loro origine sacra. Colui che si esclude del mito, si esclude della comunità. Inversamente, per chi non è membro della comunità, il mito e estraneo.
La parola, gioco creativo e ri-creativo.
Adamo è il nome simbolico dell’uomo, perché questo significa che lui è sorto dalla terra, (Adama –in aramaico) che lui è soffiato: (a) più il sangue (dam). Adamo è la terra che diventa sangue-vita.

Conoscere il mito è conoscere l’origine delle cose.
Mito del greco mythos, è parola-racconto, opposta a parola –logos, discorso.
Infine, il mito è alla storia dei popoli, ciò che il sogno è alla storia del individuo.
Il mito è ai popoli, come il sogno è al individuo
Noi utilizziamo giornalmente parole con un pre-fisso, crono:
Cronico, cronica, cronista, cronometro, cronologia, ecc.
Cronico: relativo al tempo, registrazione de fati, (-senza il luogo, topos). In medicina indica una malattia persistente.
Il pantheon greco.
Il DioTempo: Cronos, = (o la forza distruttiva del tempo)
Dalla Terra primordiale, -.il femminile- Gaia, unita ad Ouranos, il Cielo primordiale -il maschile, nascono dodici figli, i Titani.
Il padre li odiava, e non li lasciava uscire alla luce. Gea, per il tropo peso, escogitò un inganno crudele. Trasse dalle viscere l’acciaio, né fecce una falce e si rivolse ai suoi figli.
Cronos è il più giovane, l’unico cosi coraggioso di rivelarsi, di opporsi al padre, e di allearsi con la madre, che voleva liberare tutti i suoi figli.
Crono, recise la virilità del padre e la gettò dietro le spalle…Gea raccolse in se le gocce di sangue di suo sposo, e fecondata da esse, nacque una dura stirpe umana.

La stirpe umana non è in mortale,
La procreazione primordiale cessò e seguì il dominio di Crono. Crono domina la stirpe umana.
Cronos è il dio Tempo. Tra i figli di Ouranos, egli era il re, che non voleva rivali, temeva che si impossessasse della sua dignità.
Crono diventato padre, inghiottiva uno per volta tutti i suoi figli, appena raggiungevano le ginocchia della madre.
Cosi, il mito di Cronos, il dio Tempo, in tanto figlio con la sua crescita uccide al padre, tutti i figli con la loro crescita fanno - invecchiare ai genitori. Pure Crono diventa genitore, In tanto genitore, però, uccide i figli, perché tutti noi, siamo figli mortali, uccisi dal tempo della nostra vita.
Passaggio del matriarcato al patriarcato, e del tempo mitico al tempo umano.

Il tempo che non passa mai.
Nella Odissea, Penelope, sebbene non è una dea, è santificata per la sua fedeltà. La moglie di Ulisse, il coraggioso e astuto soldato.
Penelope, tesse di giorno e disfa di notte la sua tela. Questo mito vorrebbe esprimere il desiderio di “fermare il Tempo”. Il tempo che non passa mai. Il matrimonio come un’unione eterna. Penelope riconosce Ulisse, al suo ritorno, perché lui ricorda dove era costruito il talamo nuziale, nel albero di ulivo, albero sempreverde, che vive 1000 ? anni.
Cronos esprime un tempo mitico- a- istorico, l’età del oro. Il matriarcato.
Con Ulisse e Penelope siamo nel patriarcato, con la chiara divisione dei compiti nella copia. Il ruolo della donna regina della casa, e il marito, l’uomo guerriero, viaggiatore, esploratore.
L’età del ferro, che è la nostra età, conflittuale e vertiginosa.
Uccidere il tempo.
Un mito moderno. Il mito dell’eterno progresso:
Nell’antica mitologia, l’uomo viveva in stretto rapporto con la natura. Non era ancora il dominatore del Mondo. Anzi, il Mondo era di più che l’essere umano, questo era solo una parte del tutto- mondo.
Con la idea de progresso, -a conseguenza dell’industrializzazione, sorge nel mito dell’eterno progresso: il futuro, l’avvenire, l’uomo prende da assalto il mondo. (Industrializzazione, data di nascita la Rivoluzione Francese.)
Vinceremmo le malattie, andremmo alla Luna, a Marte, no si lavorerà più o poco, - i robot- avremmo i figli quanti e quando vorremmo, e con le promesse della biotecnologia, avremmo un corpo perfetto in un cervello perfetto, clonazioni, utero mecanico, la utopia del super uomo di Nietzsche..., o de Superman.
Il mito dell’eterno progresso, primo mito planetario del panteon laico: il dio Sole, o Zeus adesso chiamato dio Progresso, il consiglio di stato: la Scienza, la Storia, il Lavoro, l’Indipendenza, la Felicità.

Le Cardiopatie nella donna. Studi di genero.
(Uccidere il tempo)

Durante la seconda Guerra mondiale, la donna se incorpora al lavoro nelle fabbriche. Il marito, il maschio, è nel fronte , la donna è da allora, taglio dei capelli, gonna corta, o pantaloni, al lavoro nelle fabbriche. Voto “universale” nel 1946.

Una ricerca nelle donne con infarto acuto del miocardio e angina innestabile. (del lat. Stringere, =angina pectoris).
Una ricerca sul campo, a Buenos Aires, Argentina. con donne di classe media, bassa, media alta,
tra 35 e 55 anni sposate, con figli. --- Con cardiopatia ischemica, ricoverate per episodio coronario acuto.
Si è trovato che nelle donne con malattie coronarie del settore medio basso e medio alto, il modello corrisponde al tradizionale, tanto nell’organizzazione della vita matrimoniale e la maternità, che nel lavoro.
Le donne del settore medio basso, non lavorano fuori casa, a differenza del immaginario sociale, non sono competitive, non somigliano ai maschi. Tutte subiscono delle “ sovra-essigenze.” Sono migranti, dall’interno del paese, subiscono “mandati” genitoriali, preferentemente delle madri, di raggiungere, con lo studio, e un buon matrimonio, un livello sociale superiore.
Sono tutte donne che anno fatto un’ascesa sociale, essere madre e casalinga è un tratto d’ascesa sociale. Il piacere della sessualità ed un progetto di vita proprio – della donna- non è un valore, per nessuno dei due coniugi.
Le donne coronarie del settore medio alto, hanno come segno distintivo il Non poter fermarsi. Sentono che devono risolvere tutti i problemi, diventando invase dall’angoscia.,
Percepiscono ciò che sta succedendo, pero non possono fermarsi. Possono collocare come scatenante dell’episodio coronario acuto l’essere sommerse in un mondo frenetico, avere tanti compiti, e sentirsi perfessioniste e ommnipotenti.
Il problema non è soltanto che la donna entra nel mercato del lavoro come “un maschio”, sino l’insieme d’occupazioni: lavoro, famiglia, sviluppo personale, mantenere l’estetica, tutto deve essere 10 punti, anche se si muore nel tentativo.
La causa scatenante della malattia e riferita a problemi nella copia, o nella famiglia, sia come figlie sia come madri. La vulnerabilità è legata a ferite nel narcisismo di genero.
I valori del gruppo sociale considerato sono: iperproduttivita, esigenza, polifuncionalità.
La malattia psicosomatica è la rottura de un equilibrio, della totalità mente corpo, a conseguenza del super addatamento alla realtà. L’iperrealismo, diviene la logica conseguenza di anteporre ai propri desideri, gli ordini e imperativi della realtà.
C’è una richiesta da parte della famiglia d’origine, che le hanno stimolato a sovraadattarsi, per essere diverse alla madre, ad andare verso la salita sociale, di genero, con maggiore autonomia, di passare del modello tradizionale, de dipendenza dal marito, al modello innovatore. Il prezzo pagato è alto, non previsto, anche per mancanza d’informazione previa al riguardo.
La angoscia delle donne nel mondo del lavoro, risponde ad un fenomeno più complesso. Devono agire come maschi, perché poco, se le chiede il doppio che al maschio, e dopo sono svalutate come donne, perché hanno perso la femminiltà.
Nel gruppo donne di classe medio –bassa, i mariti sonno senza lavoro. Una loro ferita al narcisismo, perché sebbene sono riuscite ad avere “un marito per tutta la vita”, - una bella casa, figli che studiano, se il marito resta senza lavoro, l’angoscia invade tutto, una grande ferita al narcisismo, una gran delusione, e la conseguente perdita d’autostima.
Le donne cardiache del settore medio alto, lavorano da sole, questo aumenta la loro vulnerabilità. Onnipotenti, guadagnano più che i mariti, pero non sono donne mascolinizzante, bensì pagano un caro prezzo la costruzione della loro autonomia in un mondo patriarcale. Nell’intimità il modello valorizzato è il maschio.

Sono donne sovraccariche sia per il lavoro domestico sia professionale.
Un’osservazione importante. Tutto ciò non a portato a fare coppie più paritarie, sino all’inversione del modello tradizionale. ( Perdita del rapporto con il marito e i figli, per giornate di lavoro dalle 8 a le 20 ore)
In queste donne, potrebbe essere causa d’infarto, no solo lavorare come un uomo, sino essere l’unico supporto della famiglia, senza poter condividere il peso della carica con un altro adulto, e di patire una gran pressione sociale per avverse caricato di più di che una persona può farlo.
Nelle donne del ceto medio alto, la loro vulnerabilità diviene dal fatto che, se ne rendono conto di ciò che succede, però non possono fermarsi. Per queste super-donne, il corpo è il loro freno. La malattia non é scatenata dal lavoro, sino dalla sommatoria: lavoro, famiglia, sviluppo personale, estetica. (Cordiali ingrassa).
Tutto deve essere dieci punti, anche se si muore nel tentativo: Il narcisismo ferito.
Tutte le donne provengono da famiglie che le hanno stimolate a super adattarsi a due situazioni: 1- alla salita sociale (il dio eterno progresso). 2.-la salita di genero: Tu devi essere ciò che io non ho potuto fare- Tu devi essere autonoma, tu devi studiare,
Le aspettative, le attese nella classe media bassa, sono: la bella casa, il marito lavoratore, figli che studiano.
Nella classe media alta, l’autonomia, -economica e psicologica, - aggiornarsi, l’estetica, (il potere.)
Sentono che devono agire come un maschio, e poi si sentono svalutate o perché “poco femminili”.
Ciò che è infartogeno, non è lavorare “come se” si fosse un uomo, sino essere l’unico sostegno della famiglia, senza condividere la sovra -carica con un altro adulto. Sovraccarica sociale e soggettiva, ed in più senza una reale valorizzazione sociale.
Il mito del eterno progresso, entra nella vita della famiglia oggi con la sovraessigenza fatta alla donna, che dovendo o sostituire o concorrere con il maschio, -processo iniziato dalla seconda guerra mondiale, pero
in poco tempo, in solo due generazioni.
Le donne infartuate, bruciano il tempo, le tape che nel patriarcato ha significato secoli. (la corte de Carlomagno, di Berlusconi, Craxi, ecc)
La malattia psicosomatica- come l’infarto, è conseguenza di una sovra -adatamento alla realtà. Il corpo, saggiamente, da il suo messaggio Il corpo agisce come un freno de problemi situacionali, soggettivi ed intersoggetivi, che non si sono risolti al livello corrispondente.

Il Tempo è relativo. (*)
Come lo vedono i poeti, scrittori.
E poi, Eistein, nel 1900…


BIBLIOGRAFIA.


Eliade, Mircea, Mytes, rêves et mystères., Gallimard, 1957.
Grigorieff, Vladimir, Les mythologies du monde entier, Marabout, 1987.
Kerényi, Kàroly, Gli dei della Grecia, Est, 2001.
L’Espresso, Post-umano, salvaci tu. Colloquio con Ray Kuzweil .13 aprile 2006.
Tajer, Débora, Cuestiones de genero en la enfermedad Cardiaca, Cedes,/ FLACSO, Buenos Aires, 2000.

Treviso, marzo 2006.
Conferenza Gruppo Genitori, Belluno.