Maria Gabriella Sartori, psicologa - psicoterapeuta

 

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LA SESSUALITÀ, UN APPROCCIO PSICOANALITICO
 

IL COMPLESSO D’EDIPO
Il complesso d’Edipo, è secondo la psicanalisi, il nucleo d’ogni nevrosi.
Questo complesso, implica un triangolo; il padre, la madre e il figlio: la famiglia.
A Tebe, nell’antica Grecia, nel dramma di Sofocle, tra il re Caio, sua moglie Iocasta ed il figlio Edipo, fu riportato un dramma regale - familiare. Nella tragedia di Sofocle, si esprime il terrore, eterno, che ogni padre, avrà davanti alla nascita di un primogenito, o di un figlio maschio, il quale, nonostante desiderato, occuperà il suo posto accanto alla madre – regina, temendo perciò la “ uccisione”.
Per la figlia donna sarà diverso, questa volta, la madre terrorizzata da questa nascita, perché la figlia, un giorno più bella e giovane di lei, e preferita dal padre, sarà l’origine d’altri miti: “ La bell’addormentata del bosco, La cenerentola. ecc”
Il contributo di Freud sarà d’avere collegato ciò che l’umanità sapeva da sé, attraverso i miti, le leggende, le opere dei grandi scrittori, il teatro, ecc, con la psicologia della personalità e il metodo clinico.
Infine, “la scoperta dell’inconscio, “ con fini terapeutici, -Gia Blas Pascal nel 1600 parlava “delle ragioni del cuore che la ragione non conosce”, vuole dire, dell’inconscio. (l’esprit de finesse vs l’esprit de géométrie)
Freud è riuscito a vedere l’essere umano come una totalità, ad unire psiquè e soma, essendo uno dei principali meriti della psicanalisi e il suo fondamento. “Il fatto che la psicanalisi abbia come base la biologia, è il suo più solido vantaggio metodologico”. (Hartmman).
Fu questa concezione che le permise di arrivare a scoperte che rivoluzionarono la medicina, la psicologia, e grandi settori della scienza in genere.
Tuttavia Freud era nato a metà del secolo XIX, fu educato in una società patriarcale e apparentemente stabile, dove la differenziazione delle parti svolte dai due sessi e la supremazia del sesso maschile sembrava fuori d’ogni dubbio. Pure in campo scientifico ciò era fuori discussione. La donna era un essere “incompleto”, un uomo castrato, oppure, l’antitesi dell’uomo. Però sempre, un essere inferiore al maschio.
Freud studiò dapprima e soprattutto, lo sviluppo della sessualità infantile nel bambino, il sesso “standard”. Successivamente atribui alla donna lo stesso sviluppo, fino al momento in cui la bambina si rende conto per la prima volta della differenza anatomica tra i sessi, cosa che avviene per lui, tra i tre- quattro anni. La bambina reagisce a ciò con l’invidia del pene, desiderando d’avere pure lei uno, sentendosi inferiore, e disprezzando il proprio sesso. L’assenza del pene e vissuta come “mutilazione”, e solo dopo molti conflitti, e molto lentamente, la bambina si riconcilia con il suo sesso, pero mantiene per tutta la vita, un risentimento di fronte alla propria feminiltà. La mancanza di pene, considerata quasi come un’inferiorità organica, produce come conseguenza una “inferiorità sul piano psicologico, culturale e morale, ” si diceva allora.
Tuttavia, poiché esistono tratti dei due sessi tanto nell’uomo come nella donna, la bisessualità, questa “inferiorità” non sarebbe in opposizione con le dotte affettive e intellettuali di certe donne superiori, perché le loro capacità non sarebbero semplicemente una conseguenza dello sviluppo psico biologico della donna e quindi, ad un cero punto, indipendente dall’ambiente familiare e culturale.
Per molti psicanalisti, queste teorie sono valide tuttora oggi. Fu Melanine Klein, la grande psicoanalista inglese e la sua scuola, studiando i vissuti del primo anno di vita, riuscirono a dimostrare che sia la bambina sia il bambino, in pratica dalla nascita, reagiscono in base al loro sesso e alla loro costituzione biologica.
Nel 1905, Freud descrive in Tre Saggi sulla Teoria sessuale, lo sviluppo sessuale infantile, risultati ottenuti attraverso l’analisi d’adulti.
Dalla biologia alla psicologia.
Prima di Freud, si confondeva la sessualità con la genitalita.-
Sesso, uguale a vita, diciamo oggi. Una delle tante obiezioni era stata la di pansessualismo. Sesso uguale a vita significa che la vita è sacra, come lo hanno capito le religioni orientali ed altre.
Nello sviluppo psicosessuale, la prima fase o la prima forma di sessualità, e l’oralità. Nell’allattamento, sia per la madre che nutre, sia per il bambino, che succhia il seno-capezzolo ambedue sono piacevolmente soddisfatti o dolorosamente frustrati. Prima fase divisa in due sotto fasi:
1° fase orale
a. incorporativa, o preambivalente.
b. ambivalente, orale –canibalistica, appaiono i denti, aggressività, distruzione del cibo oltre all’incorporazione.

2a fase anale
con la maturazione, il bambino impara a camminare e subito dopo inizia l’educazione, al controllo degli sfinteri. L’ano e tutto ciò che si ricollega all’analità sarà fonte de piacere o dispiacere. La caca, -poi l’urine- il piacere di farla, piacere di darla. (O no) Il primo regalo che un bambino può dare ad una madre. Se suddivide in due sotto fasi.
   A. anale espulsiva, diarrea,
   B. anale ritentiva, piacere di tenere dentro, o di castigare al altro, non ti do –la mia cacca (costipazione dell’adulto). Con la cacca si può aggredire, castigare, “mi cago in te”, non dando niente all'altro, simboleggiare, cacca uguale bebè. Lo sporco, il pulito, futuro carattere anale.
Poco a poco, con la maturazione, il bambino scopre i genitali.
3a. fase, fallica - genitale.
Con la scoperta dei genitali, percepita e capita la differenza dei sessi, inizia la masturbazione: nel maschio é nella femmina.
Il pene acquista il primato. I bambini si confrontano. La pipi fatta in piedi, provoca gran gelosia e rivalità della bambina nei confronti.del maschio. (il pene si vede, la vagina e l’utero no, poi sapremmo che pure il maschio invidia, l’utero, la fonte de creatività che solo la donna possiede). La bambina si masturba toccandosi la clitoride e fantastica di avere un figlio dal padre.
Il bambino sì tocca i genitali, fantasie con la madre, gelosia e gran conflitto con il padre, il rivale odiato e amato. E l’inizio del conflitto edipico. Per il maschio, il triangolo edipico si esprime aprossimatamente in questo modo: “amo a mia madre, la vorrei tutta per me. Per questo motivo odio a mio padre, il mio rivale, nel possesso della madre.
Però mio padre è pure buono con me, e io le voglio bene. Di conseguenza, anziché desiderare la sua morte, m’identifico con lui, come lui voglio essere, e come lui avrò l’amore di mia madre, pero cercherò l’amore di una donna fuori della famiglia, come lui lo ha fatto.” Il timore della castrazione è il motore di questa rinuncia edipica, e l’origine del super io o coscienza morale: Cosi come tuo padre non devi fare, e cosi come tuo padre devi fare.
La bambina, attratta dal padre, scopre che non ha un pene, vorrebbe avere pure lei uno come l’uomo, (complesso di mascolinità), può per questo sentirsi inferiore al maschio.
Inizio dei sensi di colpa: la bambina teme aver perso, il pene a causa dei giochi sessuali, per castigo alle sue fantasie. Il bambino pure teme perderlo, teme la castrazione, per le sue fantasie di essere “il marito della mamma”.
Appare il senso d’inferiorità della bambina, pero rimane legata al padre sperando di ricevere il desiderato pene da lui e poco a poco, questo desiderio si trasforma in ricevere dal padre come regalo, un bambino. Con il tempo desilusa, si allontana dal padre e avrà la strada libera per la scelta di un altro oggetto d’amore, fuori della famiglia.
In questa fase fallica, la bambina può incolpare alla madre per non avere un pene, perché crede che la madre abbia un pene, (madre fallica) e a lei non se lo ha dato, cosi arrabbiata si allontana da lei. Iniziano i rimproveri e accuse alla madre: mi hai trascurato, preferisci il mio fratello, il mio papa, ecc.
Quando scopre che pure la madre non ha un pene, la disprezza e passa al padre, che ha il desiderato pene. Aspettando da lui prima il pene, poi il bambino.
Per tutti i due maschio e femmina, la madre è il primo oggetto d’amore, e mentre per il maschio il sesso del primo oggetto sarà uguale per tutta la vita, la bambina deve abbandonare la madre, passare al padre e trasferire l’eccitabilità del clitoride alla vagina.
Un buon rapporto con la madre sarà fondamentale per identificarsi più tardi con lei, e nella pubertà, desiderare un uomo e avere figli, diventando una buona madre e una buona moglie, “come la mamma lo è stato”-
Verso i cinque anni, il complesso d’Edipo soccombe, inizia con la scolarizzazione il lungo periodo di latenza, fino alla pubertà, dove tutto il passato infantile sì reattiva, e dove adesso si, la primitiva eccitabilità della bocca, dell’ano e del pene/ fallo/clitoride, si trasferiscono ai genitali maturi: pene e vagina. La fase genitale propriamente detta. Integrando tutto il passato con la nuova maturità. Adesso l’adolescente può avere una vita sessuale genitale, può procreare: la fantasia si trasforma in realtà.
Una sana sessualità adulta, come vediamo, no s’improvvisa. Sino che sarà il frutto de un lunghissimo percorso evolutivo de, una lunga storia psico-sessuale.
Gli adulti sani capiscono finalmente che tutti i due sessi maschio e femmina, sono uguali pero non identici, cioè, complementari. Che nessuno è più potente del altro, che la invidia primitiva si supera solo con la capacità di dare generosamente ciò che si ha e de ricevere ciò che non si ha.. Solo cosi l’invidia potrà essere sostituita dalla gratitudine.

ALCUNI CONFLITTI NEVROTICI NELL’ADULTO.
Le inibizioni sessuali, sono i sintomi più frequenti nelle nevrosi
Il vaginismo e la frigidità, nella donna, l’impotenza e l’eiaculazione precoce nell’uomo, sono alterazioni molto abituali della sessualità adulta.
La frigidità è l’assenza totale di piacere genitale. La vagina e “congelata” frigida. Legata al vaginismo, e alla fobia della deflorazione. Tutti i tre fenomeni esprimono un rifiuto del rapporto sessuale. Tuttavia, la frigidità non impedisce né il coito né la gravidanza. Nel coito, la donna è mentalmente assente, sopportando la penetrazione temuta, e negandola nel suo inconscio. Teme l’orgasmo, come perdita di controllo, equiparato a follia, diventar una prostituta, ecc. Si salva non raggiungendolo. Teme e odia la dipendenza de un compagno come fonte di piacere. Osserva freddamente all’uomo nel coito, essendo soltanto lui, eccitato e disarmato dal piacere. E lei che controlla la situazione, annullando il proprio piacere perché inconsciamente, equipara l’uomo a figure ostili e frustranti, proiettando il proprio sadismo su di loro.
Distinguiamo una frigidità totale, da una frigidità parziale: soltanto in certe situazioni o con certi partners.
La frigidità totale si rivela come l’espressione di un profondo conflitto e disturbo della personalità.
Molte donne, eccessivamente gratificate nell’infanzia, figlie de madri alla loro volta frustrate dal marito, che hanno riversato sulla figlia tutto il suo amore insoddisfatto, fanno sì che queste figlie cercano poi nel marito un sostituto materno, e si mantengono in una relazione infantile con lui, accettando la tenerezza, le carezze, pero non l’erotismo e la penetrazione.
Altre volte la situazione e diversa, bambine frustrate dalla madre e rifiutate dal padre, rimangono nella vita adulta fissate a questa situazione. Apparentemente mature e indipendenti, disprezzano la genialità, rimanendo il desiderio de un rapporto madre-figlia, idealizzato. Infine, un’altra causa de frigidità, avviene nella donna con capacità orgasmica, che dopo il parto, diventa frigida, questo perché mantiene inconsciamente il concetto di una madre pura, asessuale, la madre che avrebbe voluto avere per poterla amare senza conflitti e senza ambivalenza, vale a dire senza dividerla con il padre, o fratelli.
L’impotenza nell’uomo, è l’incapacità di avere un’erezione, perché crede inconsciamente che la vita sessuale sia pericolosa. L’Io rinuncia al piacere sessuale perché si teme un pericolo: che il pene sia danneggiato mentre è nella vagina. Angoscia che è espressione della primitiva angoscia di castrazione infantile.
Nei casi più semplici, l’impotenza si deve ad una persistenza de un rapporto affettivo inconscio con la madre, perciò, nessuna donna e sufficientemente attrattiva perché nessuna è come la madre, e nel profondo il rapporto sessuale deve essere inibito, giacché ogni donna rappresenta la madre.
In altri casi, l’impotenza più persistente, è dovuta ad una” identificazione femenina, “una forma d’omosessualità, che lo fa diventar impotente con le donne. Le persone che temono inconsciamente lesionare il partner, lo possono lesionare veramente, con il loro atteggiamento recettivo-femmenino, o masochistico, che se esprime appunto nell’impotenza maschile

Ci sono diverse gradazioni dell’impotenza nell’uomo: in certe circostanze, e con certe donne, come succede con la frigidità della donna. La vita sessuale dell’adulto – uomo o donna - è il risultato della fusione della tenerezza con l’erotismo.
A- “se la amo, non la desidero”, in questo caso avviene un isolamento o dissociazione della tenerezza dall’erotismo, portando in molti casi alla doppia elezione d’oggetto d’amore: la moglie, madre, pura e santa, e l’amante, con la quale si condivide la vita erotica, e il piacere soltanto.
B- l’eiaculazione precoce, è una forma d’impotenza, (essendo l’eiaculazione ante portas cronica, un indicatore de, una grave perturbazione). Le cause sono diverse; 1.- per sadismo: sporcare e aggredire alla donna, identificata inconsciamente con una madre cattiva. 2.- per colpa: conseguenza de l’attività masturbatoria infantile, é un'altra delle cause: si trasferisce il divieto di masturbarsi al divieto di “no si deve toccare il pene”. 3.- per un legame troppo intenso ad una madre, possessiva, e che non permette al figlio separarsi totalmente da lei. Dare piacere ad una donna, é inconsciamente, “tradire alla madre”, in questo modo l’uomo avrà egoisticamente piacere soltanto lui, lasciando alla partner frustrata e insodisfata. 4.- per lutto recente, insieme a sensi di colpa, l’uomo non accetta altre compagne finché il lutto e la colpa non sì elaboreranno.

Omossessualità
Fino agli anni 70, l’omosessualità era considerata tra le perversioni dell’oggetto e finalità sessuale.
Oggi, la scelta del partner, dello stesso sesso, -omo significa uguale, - non necessariamente implica una scelta nevrotica, o perversa. Il perverso, per la psicoanalisi è quella persona che raggiunge l’orgasmo con una sessualità infantile, anziché adulta. O detto de un altro modo, nelle perversioni, la sessualità adulta è sostituita per quell’infantile.
Ci sono omossessuali maschi molti attivi, e omosessuali femmine molto passive. Perché quello che è chiamato maschile o femminile (passivo-attivo) dipende più da cause culturali e sociali che de fattori biologici. Attivo-passivo appartiene a tutti i due sessi.
La domanda da farsi è perché l’omosessuale potendo scegliere l’oggetto sessuale tra uno e altro sesso, lo limita al proprio sesso?
C’è un’omosessualità circostanziale, nelle prigioni, in alto mare, nei collegi, internati, caserme, dove non c’è possibilità di scelta.

Per l’omosessuale maschio, ciò che è temuto sono i genitali femminili, per due fattori: perché la femmina, effettivamente le conferma che la castrazione esiste, giacché per lui la dona è castrata, senza pene, oppure perché, i genitali femminili, le fanno ricordare che la vagina è una bocca, che castra, che taglia morsicando o stroncando il pene.
Nella maggior parte degli omosessuali maschi, c’è un amore edipico verso la madre, che arriva alla devozione. L’uomo S’identifica con lei, e come lei, ama i maschi.
In altri casi, quest’identificazione non è por amore, sino per timore, nel caso delle madri molto aggressive. La donna per il futuro omosessuale diventa molto temuta, e perciò, evitata.
Il padre può diventare un oggetto d’amore per il figlio, il futuro omosessuale si sottomette psicologicamente a lui, come la madre lo faceva, in un atteggiamento passivo – femenino. Come nel rapporto alievo-maestro,

Nell’antica Grecia, il pedagogo era maschio, i bambini erano allevati da schiavi maschi, e questo può comportare una predispozisione alla omosessualita, giacché le prime esperienze d’abbandono passivo, nelle cure corporee, erano fatte da maschi.
Infine, per scelta narcisistica: amo ad un uomo, uguale a me, come mia madre mi amò una volta.
L’omosessualità femminile.
Dicevamo all’inizio, che il primo oggetto d’amore e per tutti i due sessi, la madre. Tutte le donne anno avuto un legame “omosessuale” primario, il quale, può rivivere, se la normale eterosessualita è bloccata per diversi fattori. Anziché scegliere un partner come il padre, regredire e scegliere una donna, come la madre.
I fattori che originano il rifiuto dell’eterosessualità nella donna, sono analoghi a quelli che portano l’uomo all’omosessualità. La formula generale e scegliere il partner che possa dare soddisfazione sessuale e sicurezza.
Con l’unico impedimento che la scelta omosessuale, sana, a mio avviso significa la consapevolezza che non ci saranno figli. E questo il vero limite de l’omosessualità.
In questo lavoro ho analizzato soltanto alcune delle perturbazioni della sessualità, maschile e femminile. Le perturbazioni più frequenti, che non impediscono né la vita di coppia, né la procreazione, però che la rende molto infelice.

BIBLIOGRAFIA.
Fenichel, Otto, Teoría Psicoanalítica de las Neurosis, Buenos Aires, Paidòs, 1966
Langer, Marie, Maternità e Sesso, Torino, Loescher Editore, 1981