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PROBLEMI PSICOLOGICI E ALIMENTAZIONE
Treviso, 25 gennaio 1997.
INTRODUZIONE (2012)
Nel terzo incontro del corso Psicologia Medica e Gruppo Operativo
anno 2012, ho presentato la Equazione Etiologica di Pichon Riviere
E. ( Ginevra 1907- Buenos Aires 1977) il quale - partendo dei
contributi dei pionieri: Freud S. (Moravia 1856-Londra 1939) ,
Abraham K. (1877 Brema – Berlino 1925), e i loro allievi:
Melanie Klein (Vienna 1882- Londra 1960) Anna Freud, (Viena 1895-
Londra 1982) e Renè Spitz (Vienna 1887-Colorado- USA 1974)
hanno capito la importanza della relazione del neonato, la madre
e/o la loro nutrice nel primo anno di vita, base o fondamento
della salute mentale del individuo.
Karl Abraham capisce per primo che il mondo oggettuale interno
–viene concepito in tanto “incorporato” dal
neonato, come frutto delle primitive relazioni o legami, con precisi
riferimenti alla concretezza fisica di alimentazione, (cibo e
feci), e questi oggetti diventeranno mentali grazie alle emozioni
o sentimenti che hanno evocato nelle specifiche fasi dello sviluppo
del bambino, definendo un tipo di rapporto oggettuale che chiamerà
“amore parziale”.
Klein Melanie, sua allieva e paziente, scopre nello sviluppo del
bambino processi di passaggio normali nei quali ritrova somiglianze
con la schizofrenia, la paranoia e la depressione nell’adulto.
Nel primo quadrimestre le ansietà sono paranoiche, le difese
sono la dissociazione o scissione. [Divalenza -di Pichon R.] La
“madre” oggetto parziale è Buona o Cattiva
Separatamente - in funzione della gratificazione o frustrazione-
La chiamerà Posizione Schizo-paranoide- Intorno al’sesto
mese, il bebè inizia a percepire la madre come oggetto
totale, cioè amato e odiato: l’oggetto Ambivalente
.
La posizione Depressiva, inizia con la colpa, la capacita di riconoscere
alla madre come oggetto totale insieme alla capacita di riparare
l’oggetto danneggiato.
La struttura Psicotica si stabilisce quando il neonato no è
in grado di superare la prima fase- gli aspetti buoni non sono
ben saldi, o ben stabiliti, per deficit o non sufficientemente
buoni i legami precedenti. Nel adulto per regressione .
Infine Renè Spitz studierà gli effetti delle carenze
di cure materne (parziali/ totali e/ o delle precoci separazioni
madre-neonato : intesa questa come rappresentante della società
).
ALCUNI ASPETTI PSICOLOGICI LEGATI ALL’ALIMENTAZIONE.
CASI CLINICI.
1.-
N.E. è una donna argentina di trenta anni. Laureata in
Storia a Buenos Aires, dove lavora all’Università,
conosce un cooperante francese e iniziano una relazione di coppia.
Quando lui ritorna al suo paese, lei lo accompagna.
Dopo due o tre anni si dividono.
N. a trentadue anni ha un sovrappeso di più venticinque
di chili. Mi dice: “ sono simpatica e intelligente, se fossi
anche magra, tutti gli uomini mi vorrebbero e mi verrebbero addosso
… Il grasso mi protegge. Mette una distanza”. È
un momento difficile per lei, per vari motivi:
1- non ha la cittadinanza francese né la sua Laurea che
in Francia, non è nemmeno riconosciuta , per cui le è
difficile trovare un lavoro dignitoso.
2-Ritornare in Argentina le è pure difficile, giacché
nel frattempo l’Università dove lei era insegnante
con il “Golpe di Stato” del 1976, è stata “intervenuta-“[occupata]
dai militari.
3-Ha perso il posto di lavoro e tanti dei suoi vecchi amici sono
in prigione, altri sono Desaparecidos o andati all’estero.
Tanti problemi da risolvere. Ingrassare in quel momento è
una difesa verso una realtà vissuta come ostile.
Perché N. dice che vuole difendersi degli uomini francesi?
La sua separazione a trenta anni é traumatica perché
è la riapertura di un altro trauma infantile, la perdita
e separazione da suo padre.
Nell’anno 1955, nel Golpe di Stato contro il General J.D.Peron,
suo padre, un sindacalista peronista, è ucciso dai militari.
Lei è una bambina di tre o quattro anni, sua madre non
si risposò più e da allora lei avrà con sua
madre un rapporto molto conflittuale.
Questa donna avrà relazioni con diversi uomini, relazioni
alle quali N. assiste dal suo lettino (per coabitazione) nella
sua infanzia, generando molta ostilità e ambivalenza nei
suoi confronti.
Il lutto per il padre, mai chiuso del tutto, (e si può?)
una madre che avrà “diversi uomini che la assalgono”,(un
ricordo infantile) riemergono in Francia con la separazione da
Pierre.
Si rivede da bambina, identificandosi con la madre, e teme di
essere assalita da tutti gli uomini, che ha odiato, come odia
anche la madre in quel momento. Non riesce a fare un lutto sano
per Pierre, che odia per l’abbandono subito. N. è
rimasta senza protezione.
Infine N. non vuole avere figli, per non causare danni, proprio
come sente che la madre l’ ha danneggiata.
“Se sono grassa, non mi guardano gli uomini” In questo
modo ricalca con il sintomo sia il dramma materno, proteggendosi
nella fantasia dalla perdita del marito-papà, e difendendosi
da ulteriori traumi e perdite.
2.-
S. Una bambina non desiderata, terzogenita in una coppia d’immigrati
italiani in Svizzera.
Le due prime sorelle appena nate sono affidate ai nonni paterni,
in Italia.
S. invece resta in Svizzera con i genitori, e dorme nel letto
matrimoniale. I due genitori lavorano tutto giorno.
S. è affidata a una babysitter che parla il tedesco. Quando
S. raggiunge l’età di due anni, la famiglia ritorna
in Italia.
Iniziano i problemi del reinserimento.
La madre, -una donna manager- si trova ad avviare un’attività
commerciale in proprio per cui è costretta a lasciare i
figli tutta la giornata con una babysitter.
S. continua a dormire nel letto matrimoniale fino ai sette anni.
Quando nasce il quarto e ultimo figlio, primo maschio. Qui si
ferma la sua crescita. Comincia a ingrassare progressivamente
e, dagli otto ai dodici anni, è già una bambina
obesa.
Resta da sola tutto il pomeriggio, mangia merendine che diventano
il suo tranquillante e ansiolitico.
I dolci sono l’ansiolitico contro la solitudine, l’angoscia
per la perdita dell’amore privilegiato che aveva con i suoi,
particolarmente con la madre (che intanto accresce dentro di sé
la colpa per non averla desiderata).
In più a tutto ciò, si unisce alla gelosia per la
nascita del maschio.
Il rapporto con la madre é da allora conflittuale.
Pure per S. l’obesità è sintomo e difesa contro
l’angoscia.
La madre, pure lei obesa, è una donna intraprendente, riesce
a costruire una ditta familiare, garantendo cibo e lavoro per
tutti. Figlia d’operai, a undici anni è obbligata
dalla sua famiglia di origine a lasciare la casa paterna per emigrare
dal Veneto a Milano, impiegata da una famiglia come baby sitter
e lavori domestici.
Cresciuta a sua volta in una famiglia dove il clima predominante
era la violenza, “i miei genitori si buttavano i coltelli
addosso”, sente che garantendo lavoro e cibo a tutti, mantiene
alla sua famiglia unita, evitando il dolore dell’emigrazione
per i suoi figli.
In tutti i casi si nota che sia N. E, che S. e le loro madri vivono
una depressione provocata dalla perdita di una situazione protettiva,
che le porta a trasformare in ostile la loro realtà.
L’obesità diventa sintomo di depressione. Il cibo
é il medicinale - una sorta di ansiolitico –che va
a colmare il vuoto vissuto dal paziente.
3- Osservazione clinica: due bambini
In un viaggio in treno Venezia - Parigi, osservo questa scena.
Un bimbo francese di tre o quattro anni e una piccola di circa
cinque anni, italiana, si conoscono nel corridoio e giocano animatamente,
su e giù per il vagone. La madre di lui a un certo punto
gli vieta il gioco, lo obbliga a stare fermo, seduto accanto a
lei, che parla animatamente con una sua amica. Il piccolo si annoia
e protesta, la soluzione proposta dalla madre è quella
di dargli il biberon con latte. [Bevi, sta’ fermo! è
il messaggio].
Analisi:
L.( Caso presentato da Alperovich B.J.in Génesis y perpetuación
de la Obesidad) paziente obeso con venticinque chili di sovrappeso,
riferisce quanto segue: “ mi hanno raccontato che da piccolo
mia madre mi teneva fermo nel “box”-recinto -non voleva
che toccassi le cose della casa; ricordo che mi diceva quando
già camminavo:-“Siediti, guarda la televisione e
mangia questi panini” .
La madre lo voleva seduto quasi tutto il giorno, inducendo un’abitudine
di vita sedentaria. Da adulto, L .perpetua lo stesso atteggiamento.
Lo stile sedentario diventa insiemi a altri fattori una concausa
della sua obesità.
La precoce fissazione all’oralità succede quando
nell’allattamento – sesta settimana di vita del neonato-,
la coppia genitoriale non re-inizia o re-inizia male la vita genitale.
La madre, invece di poter avere un interscambio affettivo genitale
adulto con il suo partner, lo trasferisce alla relazione con il
figlio, erotizzando l’allattamento – la cosiddetta
genitalizzazione dell’oralità.
L. dirà da adulto: “Quando sono triste mangio, quando
sono allegro mangio, quando sono solo mangio, quando sono in compagnia
mangio, quando voglio premiarmi mangio e pure quando voglio punirmi.”-
Un comportamento monotono, come la madre monotonamente lo condizionava,
favorita dal deficit nella vita coniugale.
Nota: Un noto cantante di jazz afroamericano dichiarò anni
fa :-“Quando sono triste canto, quando sono allegro canto,
quando sono in compagnia canto, suono una canzone , o creo un
tema musicale ”.
La creatività, per la Psicologia Sociale, è un’espressione
della sana elaborazione del lutto-
LA RELAZIONE MADRE-FIGLIO
differenza del mondo animale, il bebè umano è totalmente
dipendente della nutrice nel primo anno di vita diminuendo progressivamente
negli anni successivi. L’alimentazione necessita della cooperazione
di un'altra persona, creando una diade, in una relazione di dipendenza
madre-figlio.
Alla base dell’assunzione di cibo, ci sta sempre un’esperienza
interpersonale, satura di implicazioni e complicazioni, affettive,
emozionali, derivanti dall’interazione dei due partner:
nutrice e bambino.
Il Legame o la relazione sono influenzati alla loro volta dalla
relazione triangolare edipica e infine dalla equazione eziologica-
.
Rapporto:
FAME -------» CIBO ----»» Livello fisiologico
: Significante.
DISPIACERE -» PIACERE -»» Livello psicologico:
Significato.
FAME ------> Bebè piange (comunica un disagio) -madre
riceve il messaggio =˜ soddisfa il bisogno ˜= piacere
mutuo.
Ciò che è fisiologico, diventa psicologico.
Il bebè impara a distinguere gli stimoli e a dare un significato
agli stimoli. Diventa consapevole della propria identità
corporea.
Partendo dall’ IO CORPO, costruisce attivamente la sua Mente
o Psiche.
Infine Se è riconosciuto, diventa Persona.
FAME = CIBO
FREDDO = Vestito
CALDO = Nudità
MAL DI PANCIA = Massaggi. Ginnastica.
Il bebè riceve una molteplicità di sensazioni provenienti
dal mondo esterno, dalla sua pelle e dall’interno del suo
corpo. Una madre sufficientemente buona e ben sostenuta, sa o
impara a distinguere questi messaggi, perché lui sa soltanto
piangere.
Il bebè attraverso la madre, impara a decifrare, a decodificare,
a distinguere gli stimoli fisiologici, propiocettivi e interocettivi,
quelli provenienti dal mondo esterno, dal mondo interno, a dare
un significato, base della sana costruzione del IO e dell’Identità.]
Questo processo dipende da due fattori.
A-La progressiva maturazione delle strutture biologiche del bambino:
per mangiare serve uno stomaco e apparato digestivo maturo….
la secrezione dei succhi gastrici, ecc.
B-Il rapporto con la madre che nutre: sebbene la maturazione biologica
sia innata, segue un percorso naturale, ma nel lungo rapporto
di dipendenza tra madre-figlio, capita che possano intervenire
disturbi nel passaggio dell’organizzazione cenestesica alla
diacritica, cioè alla maturazione del sistema percettivo-
cognitivo adulto o maturo.
FASI (Anna Freud) del percorso o evoluzione del Bambino: Dalla
dipendenza all’indipendenza corporea.
Si tratta di riuscire a regolare la propria alimentazione in
modo attivo e razionale, quantitativamente e qualitativamente,
sulla base dei propri bisogni e con indipendenza da chi fornisce
il cibo, e dalle proprie fantasie (Coscienti o incoscienti.)
FASE I . ( 0 a 6 mesi)
Allattamento: al seno o artificiale. Le difficoltà che
si possono presentare sono:
- per difficoltà nel funzionamento intestinale
- per oscillazioni nell’appetito
- per ansie della madre
- per attesa dei pasti ingiustificata o eccessiva
- per razionamento, crisi sociale, guerra, prigionia etc.
- per alimentazione forzata
I primi e durevoli disturbi possono iniziare in questa fase.
(Molto importante se il bambino è desiderato o no, se la
maternità e desiderata o no)
Coliche del primo trimestre: se la madre è troppo sollecita
o ansiosa.
Vomito del lattante: per rifiuto primario materno, attivo o passivo.
FASE II.
Svezzamento dal seno/ biberon. Come si realizza?
Se é troppo brusco. Per es. il bambino protesta - non riesce
a godere del gusto nuovo. – non accetta i solidi.- (madre
che ritorna al lavoro, madre in lutto) – il bebè
non accetta la persona che sostituisce la madre.
Le reazioni del bebè durante lo svezzamento, mostrano le
prime reazioni davanti ai lutti, e la capacità di accettare
o no dei gusti nuovi. Il nuovo: è un piacere o una minaccia?
Ci sono difficoltà o no ad accettare i lutti? Se la risposta
è sì, si vive ogni cambio come minaccia o privazione.
Invece, se si accetta il lutto, il cambio, si scopre il piacere
del nuovo.
(In questa fase, il bebè è al secondo lutto)
FASE III.
Passaggio dal farsi imboccare al mangiar da soli.
L’uso del cucchiaio e della forchetta corrisponde all’apprendimento
delle buone maniere.
Divieto di toccare l’alimento con le mani porta a bisticci
con la madre, il pasto può diventare un campo di battaglia
tra madre-bambino.
In questa fase avviene l’identificazione/equazione CIBO
= MADRE.
Conflitto dipendenza-indipendenza
Ribellione – sottomissione alla madre
Aggressività = per i denti
Siccome CIBO = MADRE, il dolce può sostituire il piacere
orale della suzione per es.
Cibo = ALIMENTO - AMORE
= AFFETTO - PIACERE.
Conflitto con la madre: ostinazione, rifiuto di mangiare.
Se madre incinta, o all’ospedale ecc. Inibizione dell’aggressività,
non mangiar carne. Dentizione, Idem. non mangiar carne (alimento
da adulti).
FASE IV
EDUCAZIONE SFINTERIANA. (2-3 anni)
Se c’è conflitto con madre = ostinazione: rifiuto
di mangiare
Rifiuto di fare la cacca
Rifiuto di parlare
Emergono piccole manie alimentari, collegate all’educazione
sfinteriana : Disgusto, schifo,
per es. del prezzemolo, o delle le verdure nel brodo - paura del
latte: “mi fa male”.
FASE V.
Fase edipica. ( dai tre ai cinque anni)
scompare l’equazione CIBO = MADRE
Il cibo in questo periodo è SESSUALIZZATO.
Gli atteggiamenti emozionali col cibo riguardano adesso le teorie
sessuali infantili, cioè le fantasie di concepimento per
la bocca, cibo = veleno, ( equivale alle pastiglie o seme)
Concepimento orale: paura del veleno o di essere avvelenato. (paura
dell’invidia materna, la mela avvelenata)
Mangiare: divento grassa = divento incinta
Mangiare: porta a fare cacca = bebè, espulsione.
FASE VI.
PERIODO DI LATENZA = dai sei anni in poi
Scompare la sessualizzazione del cibo
Resta il piacere del mangiare
Si stabiliscono adesso l’autonomia dalla madre e un atteggiamento
razionale verso il cibo, che significa “Mangiare quanto
basta e Autodeterminazione”.
Dalla fase VI in poi, l’alimentazione è diventata
pertinenza esclusiva di un individuo maturo.
La battaglia con la madre è sostituita dalla lotta interna:
mangio o non mangio?
La battaglia con la madre nella fase precedente, durante i pasti,
esprime il conflitto d’ambivalenza con lei
Dai sei anni in poi: Indipendenza dalla madre
Indipendenza dal cibo come fonte d’amore.
Capacità di sapere quando si è sazi.
L’equazione CIBO = MADRE, che persiste fino ai cinque anni,
esprime un tenace attaccamento al passato se non è superato.
La voracità, con l’eccesso di cibo, esprime questi
punti di fissazione. L’obeso non sa autoregolarsi, non sa
mai quanto e quando sia opportuno o no mangiare. Non c’è
senso di sazietà o , se c’è, non è
considerato.
Una donna che usa il cibo come un ansiolitico, tenderà
a proporlo al bambino ogni qualvolta questo abbia un bisogno:
fame, sete, dolore, freddo, ecc.
Non c’è una reale considerazione dell’ altro
come persona.
CIBO = MADRE = AMORE.
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