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MATRIMONIO UNIVERSALE-IGUALITARIO O EQUAL MARRIAGE
Conferenza ALDAP, 5 novembre 2010.
II giorno 15.07.2010, il Senato Argentino approvò la riforma
della legge del Matrimonio Civile.
La riforma è semplice, si eliminò la distinzione
men- women, uomo-donna, sposo-sposa, proponendo una “equal
civil union”. Con il voto di trentatré senatori per
il Sì e ventisette per il No, l’Argentina diventa
il primo Paese dell’America Latina ad avere una legge di
questo tipo. Gli altri Paesi sono: Olanda (2001) Belgio (2003),
Canada e Spagna (2005), Sudafrica (2006), Norvegia e Svezia (2009),
Portogallo (2010.)
La nuova legge incorpora le coppie dello stesso sesso nel matrimonio
civile, con gli stessi diritti e obblighi, inclusa l’adozione,
sotto la stessa denominazione.
La Chiesa Cattolica Argentina aveva portato avanti una ferrea
opposizione. L’Arcivescovado e il Cardinale Bergoglio avevano
qualificato il matrimonio tra persone di uguale sesso, come “
un piano del Diavolo contro Dio”.
La Presidente Cristina Kirchner partecipò nel dibattito
considerando le espressioni come, “ degne dell’Inquisizione
Medievale”.
La Chiesa Cattolica Argentina è un’istituzione in
crisi, sia per le centinaia di denunce di abusi sessuali sui minori,
(pedofilia), sia per il suo ruolo di collaborazionista durante
la ultima Dittatura Militare (1976-1983.)
Il Centro di Studi Legali e Sociali. (CELS, organismo di DDUU)
ricorda che la Chiesa, finanziata dallo stato, agisce come istituzione
di controllo sociale delle classi subalterne, mantenendole nell’oscurantismo,
infine per il ruolo di polizia ideologica con particolare ingerenza
nel campo Educativo e della Salute pubblica.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo sancisce
che uomini e donne, se in età adatta, hanno il diritto
di fondare una famiglia, senza limiti di razza, cittadinanza o
religione (Art. 16) [perché no tra equal/uguali?]
LA DIFFICOLTA DI ESSERE UMANI.
Chi è un essere umano e chi non lo è ?
Il concetto di devianza (al contrario del concetto di Humanitas)
implica un gruppo sociale e regole create dal gruppo stesso, essendo
la loro inosservanza o trasgressione ciò che costituisce
la devianza. Tutti coloro che accettano la regola sono normali
–dentro la norma, e gli altri sono gli a-normali, fuori
della norma, i diversi, gli estranei. Stabilire la norma implica
che un gruppo si assuma come detentore del potere e definisca
“chi siamo noi”, poi “chi è con noi”
infine chi sono gli Altri.
Norma e fuori norma si necessitano l’uno all’altro.
Questo rapporto può essere d’integrazione, di tolleranza,
di emarginazione –outsider- o di persecuzione, in funzione
degli interessi del gruppo dominante. (Es. Scuola religiosa mista
a Buenos Aires, arriva il bambino ebreo ed é accettato;
due anni dopo, la stessa scuola diventa solo per femmine, non
si accettano più maschi; norma e fuori norma, in continuo
cambiamento). Le fotografie del Presidente Peron e sua moglie
sono inserite nei libri di lettura, dopo il Golpe di Stato dell’anno
1955, il presidente diventa il “Tiranno profugo”.
Noi bambini dobbiamo tagliare tutte le pagine dei libri di lettura
con la loro immagine.
Norma e fuori norma, sono in continuo cambiamento.
La definizione di essere umano è sociale e storica, e per
conseguenza, politica.
Chi è discriminato e perché?
La donna è stata discriminata per millenni, considerata
una “incapace relativa”, dovendo prima suo padre e
poi suo marito autorizzare azioni della sua vita civile, come
l’esercizio de una professione, realizzare una compra-vendita,
ecc. Non aveva diritti politici- come il voto –tra gli altri.
L’adulterio è diverso se lo realizza un uomo, anziché
una donna, nelle tre religioni monoteiste e patriarcali.
Durante il nazismo era vietato il matrimonio tra ebrei e ariani
(legge di purezza del sangue, 1935), come lo era tra neri e bianchi
nei paesi con schiavismo (USA) o apartheid (Africa), lo era altrettanto
tra spagnoli e indigene nelle colonie ispano-americane.
Il mondo ha visto morire milioni di persone in guerre, campi di
concentramento, per sostenere principi di “superiorità”,
culturale, religiosa o razziale. Tutto ciò ha una storia
sociale che spiega i fenomeni che emergono.
Parto da una domanda:
E’ giusta la discriminazione degli omosessuali dal matrimonio?
Perché?
La famiglia è un fenomeno universale, ma l’antropologia
ci mostra che è pure un prodotto sociale e storico, soggetto
a continui cambiamenti e modifiche.
La famiglia nucleare (padre- madre-figli) ha solo cento anni,
(o cinquanta in Italia).
Il matrimonio, invece è un’istituzione estesa nel
mondo, ma non universale, che crea un legame con obblighi e divieti
coniugali tra i membri, e talvolta tra le famiglie; e che varia
da società in società. Legittima la filiazione dei
figli, sia procreati sia adottati, secondo le regole del sistema
di parentela vigente.
(Coniuge etimo iugum, lo stesso giogo, dal latino, coniunx, deriva
da con-cum, insieme a jug, unire, e jugùm, yogo.)
L’etimo di matrimonio (da mater madre e monio, funzione,
azione) indica un’istituzione che ha una funzione sociale:
la trasmissione del patrimonio, (azione o funzione del pater)
legittimando la discendenza di una donna.
Come istituzione giuridica, deriva dal Diritto Romano; i figli
avranno un padre legittimo al quale rimangono sottomessi fino
alla piena capacità legale, come la donna lo è al
padre e poi al marito.
La funzione principale è quella di procreare, allevare
e socializzare i figli.
Nel codice civile italiano, il matrimonio è un atto e
un rapporto. Come atto consiste nella manifestazione della volontà
delle due parti di contrarre matrimonio resa dinanzi al pubblico
ufficiale o celebrante. Come rapporto si riferisce alla relazione
giuridica che si costituisce fra i coniugi sotto il profilo patrimoniale
e personale. La celebrazione dell’atto deve svolgersi secondo
le regole poste dal codice civile o da quello canonico, mentre
il rapporto é disciplinato esclusivamente dal codice civile.
Il matrimonio come atto ha la caratteristica di negozio complesso
perché richiede sempre la partecipazione del pubblico ufficiale
celebrante. Dal Codice Civile Esplicato, Titolo VI.)
Il matrimonio non ha una sola forma, bensì varia di società
in società e momenti storici. Ci sono matrimoni senza figli,
e famiglie con figli senza matrimonio, o persone con figli senza
famiglia.
Il matrimonio aristocratico, per es. si fonda su accordi tra famiglie
–dove la vita coniugale é secondaria; primaria è
la trasmissione del patrimonio, essendo il proletariato l’estremo
opposto: la sua unica proprietà o bene è la prole,
i figli.
L’antico diritto romano obbligava alla monogamia, mentre
ammetteva la prostituzione, il concubinato, il sesso extra-coniugale,
il sesso omosessuale e quello praticato tra padroni e schiavi/e.
Solo erano “giuste nozze” quelle tra cittadini romani
(justae nuptiae) essendo illegittimi i figli nati fuori di esse.
Forme principali:
1-Poliandria -2- Endogamia -esogamia, 3-Monogamia- poligamia,
4-Matrimonio sororale, -levirato, -Matrimonio morganatico.
1- La poliandria, (da polys tanti/molti, e andrós uomo)
é il matrimonio di una donna con più uomini. Se
questi sono fratelli del marito, si chiama “fraterna poliandria”
(simile al levirato).
C’è la proprietà comune della terra. Corrisponde
al diritto matriarcale, ma non solo. E’ sempre matrilineare.
Per esempio, l’infanticidio delle neonate portò all’
“eccesso di uomini”.
Nel matrimonio di gruppo, (i Nahir, India) tre o più uomini
hanno una donna in comune, ma ognuno di essi, può avere
una seconda moglie e cosi una terza o quarta; in questa forma
di matrimonio di gruppo, gli uomini vivono in poligamia e le donne
in poliandria. (Sono forme complementari).
I figli comuni sono considerati cosa comune a tutti loro. In tutti
i popoli dell’antichità, la discendenza poteva essere
calcolata secondo la linea femminile, il diritto matriarcale.
Le donne godevano di grande autorità e rispetto, in quanto
madri- culto della fertilità.
La poliandria è esistita ed esiste in diverse culture e
popoli: Tibet, Nepal, Canada Artic, India, Sri Lanka, Polinesia,
Mongolia, Lacedemoni, Roma antica, ecc.
Il re Sumero di Lagash, (2.300 ac.) abolisce la poliandria tra
i sumeri, legittimando il castigo delle donne con la lapidazione.
Questa tortura segna, in questi popoli, il passaggio dal matriarcato
al patriarcato, (il diritto del più forte) costume che
le diverse religioni posteriori assumono come proprie. Nella Bibbia,
[Levitico, 20.10], la poliandria è vietata, la donna può
essere lapidata, per “adulterio”. L’Islam pure
la vietò. [Cristo il ribelle –chi è libero
da colpa butti la prima pietra].
2-Endogamia esogamia:
Nell’endogamia, o matrimonio dentro una tribù, clan,
gruppo, comunità, si cerca l’affinità di sangue,
culturale, economica. Si rifiutano in questo modo le unioni con
gli estranei, gli Altri.
L’endogamia, difende l’omogeneità di una famiglia,
gruppo, comunità, per mantenere l’unità, la
pace interna, l’uguaglianza tra i membri, e la differenziazione
con gli altri
L’endogamia e l’incesto: il matrimonio tra fratello
e sorella, o cugini. (Antico Egitto, Hawaii, Inca) ha come proposito
concentrare il potere in una famiglia
Cleopatra si sposa prima con due fratelli.
Tra gli ebrei, il matrimonio è l’unione di due famiglie,
prolungando in questo modo l’eredità culturale, economica
e religiosa del popolo ebraico.
Esempio A. Einstein si risposa con la cugina Elsa Einstein, in
seconde nozze. La prima, Mileva Maric, serba fu da sempre rifiutata
dalla famiglia ebraica. Con Mileva si conoscono da studenti, studiava
matematica, essendo la prima donna laureata in fisica; lei le
insegnava matematica, disciplina nella quale Einstein aveva difficoltà;
discutevano insieme le idee sulla relatività:
“La nostra teoria, collega” scrive nelle lettere alla
fidanzata. Ma Mileva rimane incinta, e dovrà occuparsi
dei figli, del cibo e delle pulizie della casa, ruolo e posto
che il patriarcato riserva alle donne. Mileva si sottomette.
Questo era stato, inizialmente un esempio di matrimonio egualitario.
Un ‘altro modello di matrimonio egualitario, sono gli sposi
Curie, Pierre, francese -e Maria Sklodowska, fisica e chimica
polacca. Premio nobel per la fisica nel 1903, e per la chimica
nel 1911 per i lavori sul radio. Pierre e Marie si conoscono alla
Sorbona, dove tutti i due erano docenti. Egualitario, cioè
lo stesso progetto di vita, di studio, di ricerca scientifica,
di capacità, e di famiglia
Cosa c’è di più umano, che la capacita mentale,
i valori, e il progetto di vita che ne risulta?
Nota 1-Nella mia esperienza di lavoro come psicologa e docente
nelle scuole Differenziali, a Buenos Aires, per bambini e adolescenti
con handicap, fisico e mentale, che variava tra lieve, medio e
profondo (OMS), ho riscontrato che i bambini, con lo stesso o
simile Q.I. si relazionavano più facilmente diventando
amici tra di loro (Q.I. quarantacinque per esempio, uguale a ritardo
profondo.)
Nota 2: La coppia non solo si realizza per un progetto di vita,
a volte si tratta di unioni fondate sulla nevrosi, compensatoria
de mutue mancanze, ecc, però questo è argomento
per un altro lavoro.
Nota 3 Il cantautore ebreo-americano, autore di “My love,
my friend” - Usa, 1960 circa - il padre, che era pure il
rabbino della sinagoga, lo scomunicò dalla comunità
ebraica perché non accettava di sposare un’ebrea,
sua cugina, voleva pure suonare musica rock, non solo fare musica
religiosa. L’herem, o ‘cherem’, ha tre gradi
di severità; il terzo grado dell’anatema ebraico,
“sarai maledetto di giorno e di notte”, è irrevocabile
una volta pronunciata. Vedere Deuteronomio: Quinto libro della
Torah. I casi più noti sono quelli subiti dal filosofo
Baruch Spinoza; e La guerra civile spagnola considerata da alcuni
la realizzazione dell’anatema pronunciato contro la Regina
Isabel de Castilla e la Spagna, dopo l’espulsione degli
ebrei sefarditi nel 1492.
C. La famiglia Rothschild, i noti banchieri, hanno l’obbligo
di sposarsi tra di loro, altrimenti sono espulsi dalla famiglia
o eliminati.
L’incesto appare nella transizione dal matriarcato al patriarcato
ed è dovuto a fattori economici e politici.
Nel matriarcato, la donna era l’unica e legittima erede.
Si promoveva l’incesto in modo tale che il fratello –
maschio- potesse ereditare. In questo modo, le principesse e le
donne ricche, mediante il matrimonio incestuoso, al quale erano
obbligate, restavano sottomesse al dominio patriarcale. Demetra
era la sorella di Zeus ed ebbe con lui le figlie. Nell’antica
Roma Caligola si sposa con tre sorelle.
Carlo Magno non permise che nessuna delle figlie si sposasse,
ebbero solo lui come marito.
A volte, l’incesto é determinato da fattori demografici:
le figlie di Lot, fanno ubriacare il padre per avere eredi, perché
“non c’era nessun uomo nel paese al quale unirsi e
avere figli”.
L’esogamia, contrariamente, è fondata sul tabù
dell’incesto, vieta l’unione tra consanguinei, promovendo
in questo modo la solidarietà sociale. “Non perdo
una sorella ma guadagno un cognato” risponde un’indigena
delle -isole Tobriand alla domanda dell’antropologo: perché
non ti sposi con tua sorella?
Nell’esogamia, è vietata l’unione nello stesso
gruppo, sia tribù, clan o comunità. Il divieto include
l’obbligo di cercare fuori il coniuge, in un altro totem.
E’ di più che il divieto dell’incesto; perché
anche se non sono consanguinei, c’è il mandato di
cercare fuori. L’obbligo è di dare la madre, la sorella
a un'altra persona. (vedi studi degli antropologi, Morgan, C.
Lévi Strauss.)
3-Poligamia- monogamia:
Nella poligamia, un uomo ha più donne essendo la monogamia
il matrimonio di un solo coniuge con l’altro.
E’ pratica accettata in diversi popoli –là
dove il patriarcato si è imposto al matriarcato. Ebrei,
egizi, greci, persiani, assiri, giapponesi, indù, russi,
germani. (Poligamia non come complementare alla poliandria, bensì
poligamia per l’uomo e monogamia per la donna , “un
solo marito, un solo dio”)
Nell’Antico testamento Abrahamo aveva due mogli (Sarah,
la sorella che segna la transizione dal matriarcato precedente,
e Agar, la schiava egiziana, madre di Ismaele e degli arabi).
Il profeta Giosué avrà quattro mogli, il re David
novantanove, Salomone mille e di queste, 700 libere e nobili,
più 300 schiave – (La scala/ta al potere).
Tra i re cristiani, sposati in chiesa, avevano due mogli, l’irlandese
Dithmenet e Federico II.
E Berlusconi?
La Chiesa Cattolica difenderà il matrimonio monogamico,
opponendosi sia alla poliandria, sia alla poligamia: il fine del
matrimonio è la procreazione e con questa la trasmissione
dell’eredità.
La famiglia monogamica è fondata sul dominio dell’uomo
con l’esplicito scopo di procreare figli di paternità
incontestata perché essendo gli eredi naturali, devono
un giorno entrare in possesso del patrimonio paterno. Il diritto
all’infedeltà coniugale resta garantita dal costume,
(a volte la concubina si può portare sotto il tetto coniugale,
vedi gli inglesi; nelle colonie il padrone aveva la moglie legittima
e le serve o schiave nere, indigene o meticcie nelle piantagioni.)
Nell’Islam, si stabilì il limite di quattro mogli:
e a chi accedeva a questa religione, se ne avesse di più,
l’era consigliato di divorziare con onestà, si raccomandava
a chi temeva di non essere giusto con gli orfani, di sposare una
sola moglie, però di scegliere schiave...
Si tratta di evitare ingiustizie con gli eredi e di distribuire
il tempo tra le mogli in modo giusto. “Non fare a una donna
quello che non vorresti né per tua madre, né per
tua sorella né per tua zia”.
Le tre religioni monoteiste del libro sono patriarcali.
Nella realtà, un musulmano intervistato in Italia dirà:
cosi come voi avete tre o quattro case, ma una è la prediletta,
noi abbiamo 3-4 mogli, ma una è la prediletta.)
4-Matrimonio sororale, levirato e matrimonio morganatico.
Sono forme all’interno del modello patriarcale: nel matrimonio
sororale, un uomo sposa l’insieme delle sorelle, o la sorella
della moglie legittima diventa sua moglie, se l’uomo diventa
vedovo o la moglie è sterile. Il levirato (da levir, fratello)
è la situazione inversa: la donna, se vedova, sposa il
fratello del marito, perché c’è un divieto
dell’esogamia, di sposare un uomo fuori dal clan.
Esempi: Ruth tra gli israeliti, gli unni, i cinesi, i mongoli,
i tibetani.
Il dramma di Shakespeare “Amleto” inizia con il matrimonio
della regina vedova con il fratello del marito morto.
Il matrimonio morganatico (dal tedesco “morgian”,
restringere) è tra due persone con rango sociale diseguale:
principe e contessa, nobile e plebeo. Nella cerimonia, lo sposo
sostiene con la mano sinistra quella della donna/sposa. I figli
sono figli legittimi, ma la donna – in caso di divorzio-
deve rinunciare all’eredità e alla patria potestà
sui figli.
Esempi: Vittorio Emmanuele II e la bella Rosin, il principe Juan
Carlos de Asturias e la “plebea” Letizia Ortiz- La
principessa svedese, Vicktoria si sposa con il suo personal trainer
Daniel Wresting, lui diventa principe, quando è stato nominato
principe si..mise a ridere nella cerimonia.
Nota: in Svezia dal 1975, il re non ha potere- Il principe Carl
Philip è stato spogliato del titolo di erede al trono,
all’età di sette mesi, in favore della sorella maggiore
Vicktoria, in nome della parità assoluta dei sessi. La
Svezia e la Norvegia sono i paesi con la legislazione più
progressista al mondo nella parità uomo-donna, concreta
e reale-.
Infine, citiamo la “Pragmatica sanción del 1776”,
del Re Carlos III di Spagna per i sudditi della Corona nelle Indie
vietando “de contraer matrimonio desigual”, partendo
dalle classi alte, fino al popolo. Erano esclusi i neri, i mulatos
e i coyetes.)
Lo spagnolo poteva sposare soltanto una spagnola o creola –criolla-
ma non un’india o meticcia. Questo valeva in tutta Ispanoamerica.
L’obiettivo é molto chiaro, mantenere e dare il patrimonio
soltanto ai figli legittimi degli spagnoli - Però si ammetteva
la doppia famiglia: “Casa Grande” –la moglie
legittima e figli legittimi e “Casa Chica”, l’amante
illegittima e figli illegittimi, un’istituzione nel Mexico.)
L’OMOSESSUALITA’: UNA MALATTIA , una PERVERSIONE?
Nota: In questo lavoro, essendo io una psicologa sociale e psicoterapeuta
prendo in considerazione soltanto gli aspetti antropologici, storici
e psicosociali. No sono presi in considerazione le anomalie genetiche
ormonali e altre condizione patologiche che possono determinare
alterazioni o disfunzioni sessuali di ogni tipo.
Per lo psicopatologo tedesco Krafft- Ebbing (1886) ogni forma
di desiderio sessuale che non abbia come fine la procreazione
è una perversione.
Di conseguenza, sono perversioni l’omosessualità,
la masturbazione, il feticismo, ecc.
La violazione per esempio, non era considerata tale, perché
poteva avere la gravidanza come esito. [Caso Eluana, “potrebbe
avere figli”?]
Per Freud, invece“l’omosessualità non é
una perversione, ma una variazione della funzione sessuale”.
Lettera del 1935 a Una madre americana, “no è un
vizio, ne segno di degenerazione ne una malattia”]
L’Omosessualità fu considerata una malattia mentale
fino all’anno 1972, quando l’Associazione. Psichiatrica
Americana [APA] la cancella del DSM II. [Come mai? ]
La scienza non è “ascetica” né libera
da pregiudizi.
Nota: Lombroso considerò la misura del cranio e tratti
facciali come indicatori d’intelligenza e di delinquenza.
A maggior volume cranico, maggior intelligenza, si diceva cosi
per i bianchi, poi venivano i gialli, i rossi (indigeni dell’America
settentrionale), infine i neri, quasi vicini alle scimmie. Per
ultimo, le donne)
Oggi diciamo che l’omosessualità è “una
opción no elegible” [opzione/scelta non eleggibile].
Ogni modifica alla struttura patriarcale è stata accusata
sempre di attentare alla sopravvivenza della specie umana
Bisogna distinguere il ruolo del genitore biologico (ovulo più
sperma = embrione), dal Padre e dalla Madre, ruoli psico-sociali
poiché educatori con un Progetto di Vita, d’impegno
e di sostegno con Pane e Affetto per i loro figli, sia naturali
sia adottivi.
Nelle adozioni sono i diritti del bambino, sia questo un figlio
biologico, sia un figlio adottivo, che vanno rispettati. Il bambino
ha il diritto di avere una famiglia affettuosa, che dia contenimento
e affetto, in un ambiente caldo, amorevole, responsabile e rispettoso.
Si afferma che il bambino ha bisogno dei due modelli, maschile
e femminile “per una sana maturazione e identificazione
sessuale”.
In Argentina il 30 % delle famiglie sono monoparentali, con donne
capo famiglia.
D’altra parte, i ruoli tradizionali di figura materna e
paterna -tra l’affetto e l’autorevolezza- si dividono
oggi tra i due sessi, perché i ruoli maschili e femminili
sono in continua trasformazione, frutto della relazione più
ugualitaria e democratica tra i sessi.
Un bambino che cresce con sua madre, può sviluppare la
mascolinità semplicemente se questa lo tratta come un maschio.
Invece i figli con madre e padre eterosessuali possono diventare
omosessuali.
Importa quindi la qualità del legame.
Tutti i gay, trans, omo e lesbiche, hanno avuto genitori eterosessuali.
Gli “heteros ” invece discendono da androgini, (ermafroditi).
[androgino»»-etero»»-omo»»]
Caso clinico 1: Ricci d’Oro.
R. mi telefona per chiedere un appuntamento, inviato dal suo
medico psichiatra, il quale gli prescrive psicofarmaci. Lavora
dopo le diciassette ore, perché è cameriere; la
prima sensazione che dà al telefono: “Seduttore e
femminino”.
Primo incontro:
R. è divorziato da sei anni, attualmente convivente con
una donna, molto sensibile; ha una figlia di due anni- “Vengo
perché ho una fase d’insonnia e nevrosi. Mal di schiena
e mal di testa da sempre. La radice convive con me. Non mi accetto.
Una fobia, qualcosa di ossessivo. Una tendenza omosessuale. Fin
da piccolo io voglio mandarla via, ma non ci riesco.
Ho lottato per anni per mandarla via questa tendenza, per non
sentirmi diverso. E’ più forte di me.
Io vorrei accettarmi come sono, ma non ci riesco.
La mia ossessione nasce da quando sono stato espulso dalla scuola
di camerieri: -Vivevo in una casa alloggio, e due ragazzi, come
me, di quindici e sedici anni sono stati espulsi. Erano giochi
tra ragazzi, ripete. ” [Vuole essere capito].
La sua storia vitale:
R. è il quarto figlio maschio di una famiglia di contadini
veneti.
I fratelli maggiori hanno (età al momento della consulenza)
50, 48 ,46, poi vengo io di 42, infine mia sorella di 41 anni.
Mio padre voleva una bambina, dopo tre figli maschi, e come tale
sono stato allevato;
L’anno seguente nasce la bimba vera; siamo stati allevati
come due bambine, insieme allo stesso modo.
-“Ero portato a giocare con le bambine e con i giochi da
bambine, ma non sapevo perché .
Avevo i capelli lunghi e ricci. Ci vestivano uguali, eravamo noi
due i figli “privilegiati”.
Fino a che un medico specialista, -avevo circa 6-7 anni, ha detto
a mia madre:” signora, tagli i capelli e questo bimbo!”.
“I miei fratelli vedevano le preferenze dei genitori per
di noi, i due figli più piccoli; loro mi odiavano, perché
ero il “maschio prediletto”.
“Soprattutto ero odiato dal secondo e dal terzogenito, che
nella pubertà mi ha sodomizzato”.
Gli fanno pagare le preferenze ricevute. Comincia ad ammirare
il pene grande di questi ragazzi, e da allora è attirato
dal pene. L’ambivalenza è trasferita. Sente ammirazione
e, nel contempo, desiderio e rifiuto.
“Adesso vivo in un inferno non mi accetto come sono, vivo
in un incubo, mi disprezzo.
Mia madre era un ‘duce’, ci bastonava, mio padre era
buono ma debole. Lasciava fare”.
“Ci castigavano a turno e a tutti allo stesso modo: a letto
senza cena, chiusi a chiave, al buio”.
“Mi terrorizzava ascoltare gli urli! Mio fratello più
grande sì che la faceva penare a mia madre! … e mi
dava pena in quei momenti”
“La mamma pestava forte, per esempio se io giocavo al dottore
con la sorellina, cose da bambini…
Infine la mia vita attuale è un inferno, vale la pena di
continuare cosi …?” [ si domanda e mi domanda]-
“Mi sono sposato, poi divorziato, a trenta anni arriva il
“patatrac”, una catastrofe! avevo un locale proprio,
e con la depressione, ho perso tutto; poi mi sono ripreso, un
po’ alla volta pero sempre con l’insonnia, e il mal
di testa”.
Adesso mi sento legato a questa ragazza della quale ho avuto una
figlia, ma sempre con il terrore, giorno dopo giorno, la fobia,
“ ti ritorna, ti capita, la persona che ti attrae, (ride)
ritorna e con ciò gli scompensi”.- parla sempre in
terza persona –Identificazione Proiettiva-.
R. è attirato dai maschi ma, non accettandosi, non si permette
una relazione.
Da allora –o da sempre - vive in un In-cubo. Fa un sogno
dove lui é dentro un Cubo: l’incubo della sua vita.
[vedere test proiettivo h.t.p.]
1-House:
Commenta: “Mi fa male la testa, ho l’emicrania;
adesso disegno le tegole (si dice in dialetto veneto, “le
tège”, “ le tegole, tèga ” sia
ciò che copre la casa sia le botte in testa) . Indicatori
di depressione. Di piccolezza. Sentirsi poca cosa, indifeso davanti
a un Super Io sadico e aggressivo.
La casa simboleggia pure la faccia, il corpo, e mi dice: mi dice
Ahi! Aiuto!
2-Tree:
L’albero ha cinquanta anni e cinque rami: Sono i cinque
fratelli.
Il fratello maggiore ha cinquanta anni , in questo momento lui
ne ha quarantadue. Continuano i tratti depressivi, e il rifugio
nel passato. La fronda arrotondata ci indica come lui controlla
la sua aggressività. I fratelli lo prendevano in giro:
“Taci te, che sei un finocchio!” La rivalità
con loro era costante, per i suoi modi “raffinati”,
“era un’accusa, essendo il più coccolato, ero
pure invidiato”.
3-Persona:
Dino ha 19 anni. “A quell’età ho preso coscienza
dei miei problemi!” Fino ai 18 anni avevo una vita “tranquilla,
non sapevo chi ero”.
Le attrazioni omosessuali, i pensieri “cattivi”, scomparivano
quando avevo un legame con una donna. Se mancava la ragazza, ricadevo
nella depressione.
4-Due Persone: Gina (f) ha 25 anni, é disegnata per prima,
e Ugo (m) di 30.
Racconto:
Le chiedo un racconto dove intervengono i due personaggi:
-“Sono una coppia felice, una giornata di shopping. Vanno
mano nella mano, lei trova qualcosa di interessante, entra nel
negozio e controlla il capo che aveva visto, un paio di pantaloni,
troppo caro, dicono, ed escono senza acquistarlo. Ma poi ci ripensano
e rientrano, decidono di prenderselo perché a lei piaceva.
Decidono insieme, felice lui di accontentare lei, e lei felice
di avere il suo capo. Una storiella a lieto fine, ritornano a
casa felici e contenti.”
In questo disegno, la mia analisi é che la lei, Gina è
la parte femminile di Lui, Ugo.
La sua parte femminile, che vorrebbe acquistare la mascolinità,
essere un maschio completo, per trovare in se stesso la serenità,
(fantasia di guarigione). Quando avevo trenta anni (nella realtà)
[ovverosia dodici anni fa], R. mi dice: ” per debolezza,
ho avuto un rapporto omosessuale, è stato molto piacevole,
solo petting, come se io fossi una ragazza, ma dopo appare il
disprezzo la depressione, e ho distrutto tutto. Che schifo che
mi faccio !.
E l’età del “patatrac”, distruggo tutto,
mi separo dalla moglie, perdo la mia attività in proprio.
Inizio con gli psicofarmaci; e faccio una consulenza con una psicologa,
[ma questa non lo capisce, o non aveva gli strumenti per capirlo,
e perciò non ha potuto aiutarlo]-.
Epilogo:
Sono passati sei mesi dal primo incontro, questo è l’ultimo,
dove elabora una sorta di sintesi su se stesso.
“Che stupido sono stato![ma poi utilizza sempre la terza
persona] .
“Il dolore di testa ti dice che c’è qualcosa
che ti manca.
Quanto sono stato dipendente, giudice e carnefice di me stesso!
Mi condannavo da me stesso!
L’istinto ti dice una cosa, e il dolore di testa è
frenare questo istinto, per la paura che tutti possano capire
chi sei, e per ciò temi il disprezzo delle tue capacità
e delle tue doti.
Mi autodistruggevo perché le persone importanti mi voltavano
le spalle, niente mi meritavo...
Come potevo essere simpatico agli altri se io stesso mi odiavo?
E se odio me steso, odio gli altri, perché mi hanno portato
a odiarmi.
Invece, mi devo amare. Adesso so ciò che sento nell’anima,
e pian piano mi sto rifacendo e comincio ad amarmi senza più
voler autodistruggermi.
Quanto sono stato stupido! Quante cose si possono salvare! Amo
il sole.
E invece, c’è chi si suicida.”
Nell’ultimo incontro, in cui R. mi dice queste parole,
mi appare come un caso che potrei definire di nevrosi traumatica
e di omosessualità derivata.
“La Sindrome del Bambino Scosso” e stata segnalata
per la prima volta nel 1946 da Carey, e poi “La Sindrome
del niño maltratado o apaleado”, (Battered Child
Syndrome) è stata descritta da Kempe nel 1962. Si comincia
a riconoscere il maltratto infantile come un problema, medico-legale
e psicologico.
“Sono stato un bambino seviziato”, dichiara ai giornalisti
[La Tribuna di TV, 13.12.10] lo scrittore Aldo Bussi, (Montichiari,
1948). “Picchiato a sangue dal padre e odiato da entrambi
i genitori, perché terzo figlio maschio”. La madre
si aspettava una femmina, che la aiutasse nelle faccende domestiche
e il padre pure per avere un giorno una serva come lo era sua
moglie, la madre de Aldo. “Tra i miei genitori c’éra
odio da anni, che si scatenò contro di me, sin dalla nascita”.
La madre lo tiene tre giorni senza allattarlo, fino a che la levatrice
le dice: signora questo neonato sta per morire di fame.
Aldo Bussi dichiarò in più occasioni la sua omossesualita.Una
scelta narcisista? probabilmente. Eros è al servizio della
preservazione della vita. Lui ha potuto sopravvivere.
Un ragazzo cerca un padre.
Lettera di Daniel Lezana. Anni 16, al Senato della Repubblica
Argentina, il 9.06.10.
[Libera traduzione. Vedere alla fine lettera originale di Daniel
Lezana, in spagnolo *]
“Buenos Aires, Argentina. 9 giugno 2010
Signori Senatori, sono Daniel Lezana, figlio di Luis Lezana ho
sedici anni e ci siamo adottati da sei, per questo motivo posso
portare il nostro cognome.
Ieri ero con il mio padre al senato che ascoltavamo le diverse
opinioni e ora vi dirò la mia:
Io non divido la gente per la sua sessualità, omo, etero,
travesti… a altre possibilità
I miei genitori biologici erano eterosessuali, e per le “cose
della vita”, siamo finiti mio fratellino ed io in un orfanotrofio
“un hogar” (ma non voglio parlare del perché).
Per ben quattro volte, famiglie etero volevano adottarmi ma essendo
vivace ritornai all’orfanotrofio; una volta perché
avevo dato loro troppo cibo a dei pesciolini ed erano morti, forse
avevano mangiato troppo. Le altre volte non le ricordo bene avevo
più o meno otto anni.
CON QUESTO NON AFFERMO CHE GLI ETEROSESSUALI SIANO CATTIVI VI
DIRÒ DI PIÙ PURE IO SONO ETERO, MI PIACCIONO LE
RAGAZZE E SONO UNA BUONA PERSONA.
Quando avevo dieci anni, ho trovato LUIS, e da allora è
il mio PAPÀ DEL CUORE.
Il giudice mi aveva detto: Guarda Dani, c’è un signore,
scapolo, con un cane che si chiama Carolo, e vuole adottarti.
Non potevo crederci, era una nuova speranza per me! Credevo che
avrei finito i miei giorni nell’orfanotrofio come altri
ragazzi più grandi, Mio fratellino era già stato
adottato … a me invece, nessuno mi vuole, pensavo ogni sera
finché mi addormentavo.
Adesso Luis e io siamo nella sua casa di Buenos Aires; non è
stato facile all’inizio, lui è un architetto, la
casa sempre in disordine, sempre sta riordinando qualcosa, non
si ferma mai! Luis è un rompi scatole tutto il santo giorno
dicendo “Hai studiato, ti sei fatto il bagno, ti sei lavato
i denti?”. Mi stanca, ma la sera, viene a darmi la buona
notte mi mette la coperte a posto e mi saluta con un bacio nella
fronte, quanto mi disturba!!! Ah! Ah! Ah! ,
Anni dopo, quando avevo più coraggio, gli ho chiesto,
cosa è l’omosessualità, papà?; in principio
non mi era piaciuto perché NON CAPIVO!! come penso succede
pure a voi, senatori, vero?. Voi capite con il cuore cosa è
essere gay?. Con il tempo a cominciato a vedere con gli occhi
del cuore Luis e Gustavo (il suo ex-compagno , ora si sono lasciati)
anch’io sono figlio di genitori separati.. attenti a i miei
traumi …… Ah! Ah! Ah! A me sarebbe piaciuto che loro
si fossero sposati, avrei avuto due PAPÀ ,
Quando eravamo in cinque (c’erano due cani), tutto era più
divertente, Luis era il cattivo e noi le sue vittime Ah! Ah! Ah!
Gli davamo contro perché lui organizzava sempre tutto.
Adesso lui dice, e mi fa ridere, che deve fare da madre e da padre.
È un personaggio!!!, succederà lo stesso a tutti
i figli che crescono con uno solo dei genitori? e svolgono i due
ruoli , lui ora lo fa ed è insopportabile..
NOI SIAMO UNA FAMIGLIA, VI PIACCIA O NO, QUESTA È LA MIA
FAMIGLIA !!!.
Per quelli che pensano o credono che il babbo mi inculca a essere
omosessuale o che mi può contagiare, SI SBAGLIANO!! , a
me piacciono le ragazze y anche tanto!!, ma cosa succederebbe
se io fossi gay? Voi pensereste che è perché mi
ha allevato un gay … mmmh..io non lo credo, ora sto scrivendo
per i diritti del mio babbo e i miei, vorrei che lui si sposi!!,
come mi sposerò pure io un’indomani
Però se lui si sposa la farà con un altro gay, non
si sposerà con un etero, di cosa avete paura? Dell’invasione
dei gay? i gay non sono una piaga.. Se il babbo si sposa mi potranno
firmare la pagella tutti e due, potranno andare in modo indistinto
a parlare con i prof. della scuola, voglio avere gli STESSI DIRITTI
che hanno i miei compagni. E se si separano , avere gli STESSI
DIRITTI che hanno i figli di genitori separati.. i loro figli
li hanno ed IO NO, Perché?
Per finire, sono orgoglioso di mio padre, da lui imparo molte
cose, che nella vita si deve lottare per le cose che vogliamo
ed io caro BABBO SARÒ SEMPRE VICINO A TE.
Per favore signori senatori, i gay vogliono soltanto sposarsi
tra di loro, voi non dovete avere paura! NON SI SPOSERANNO CON
VOI….
Grazie mille
Daniel Lezana
(Cosa è la vita se non la capacita di amare?)
L’Identificazione:
Nella Introduzione al Narcisismo, Freud (1914) si domanda: Cosa
è che amiamo?
E risponde:
A- 1- quello che siamo noi stessi, (presente)
A -2- quello che siamo stati (passato)
A- 3-quello che vorremo essere (futuro)–
Sono tutte tre scelte narcisiste; oppure amiamo
B-1-La donna madre-nutrice- ( vedi Ricci d’oro, e A. Bussi:
madre che non dà il cibo, e bastona tanto)
B-2-Il padre uomo protettore. (vedi Ricci d’oro e A. Bussi:
padre “abandonico”, o seviziatore)
Nella scelta narcisistica, amiamo l’oggetto ideale, perfetto:
cioè, l’identificazione proiettiva di noi stessi.
(o ambivalente, Ricci d’oro con i fratelli)
Nel 1922, puntualizza che nell’intensa fissazione con la
madre (per eccesso o per difetto) c’è la principale
difficoltà di passare dalla madre (primo oggetto d’amore
- odio per tutti) a un altro oggetto d’amore, il padre,
e da questo all’uomo (o alla donna nel caso del maschio).
Per tutti è necessario transitare per la separazione primordiale,
[il lutto primordiale] dalla madre al padre, e da questi al altro/a.
Caso clinico 2-
Loredana. E la settima figlia di nove fratelli. Quando ha cinque
anni la famiglia perde un figlio -suo fratello- di anni 9 in un
incidente stradale. L’intensa colpa vissuta dalla madre,
perché è lei a chiedere al bambino, suo figlio,
di fare una spesa in città, unita alla morte del padre/nonno
di Loredana durante l’allattamento, provocano in lei un’intensa
fissazione alla madre, per difetto.
La madre non può sognarla, (la reverie materna) perché
troppo addolorata per le due perdite.
Loredana avrà poi due fratellini minori, però non
è mai stata gelosa di loro. La madre sorride di nuovo.
Ritorna la felicità nella famiglia. Scopre di essere omosessuale
a quindici anni quando, ricoverata in ospedale, con le cure di
una suora, sente per lei un desiderio erotico.
Incontro Loredana a 35 anni quando mi chiede un aiuto psicoterapeutico.
Il motivo di consulenza è l’intensa gelosia per la
sua compagna, C. di 45anni, “una gelosia folle -non capisco
perché “mi dice nella prima consulenza. “Sono
da 15 anni insieme a C, una donna separata dal marito, che aveva
già un figlio di 7-8 anni dal marito dal quale si era separata”-.
(Loredana sceglie in C, una madre simbolica con il figlio morto/
recuperato ?) .
Ho seguito Loredana per circa diciotto anni, vedo tutto il cambiamento
della famiglia di L. e C.-
L. si vergognava della sua omosessualità, si nascondeva
dietro gli occhiali oscuri e soffriva per l’emarginazione
temuta o reale. Un giorno le cose cambieranno, le dicevo, veda
nei paesi scandinavi, sapendo che era solo una consolazione. Lei
non mi credeva. - Apparteneva a una famiglia cattolica- patriarcale
della campagna padovana.
Il figlio di C. Sam. si sposò con un’infermiera,
dalla quale ha avuto due figli, continuando la tradizione di famiglia
della madre, il commercio nell’industria dell’abbigliamento.
I due bambini chiamano zia Loredana, la mia paziente.
Epilogo: L. e C. hanno costruito finalmente una casa in comune,
ex –novo, “il nostro castello, con orto, galline e
animali vari, che coltiviamo”. Nella casa accanto vive il
figlio di C. la compagna di Loredana , con la moglie e i nipotini.
Loredana mi ha permesso di capire inoltre il perché dell’omosessualità
nell’antica Grecia, dove si amavano tra maschi -identici:
“Siamo uguali ma non identici” parlando dei suoi otto
fratelli. Lei ama l’identico, una donna come lei e come
sua madre ma non può passare all’Altro, al maschile,
al diverso perché “si è sentita abbandonata,
trascurata dai lutti vissuti ” da piccola. I greci amavano
pure l’identico.
La trasmissione transgenerazionale dei lutti e l’identificazione
patologica.
Caso clinico 3:
Raffaele e Raffaella.
Raffaella mi chiede una consulenza a cinquanta anni, il suo medico
di base le dà il mio nome, da lei richiesto, “ un
bravo Psicologo non si può scegliere con l’elenco
telefonico”, mi dice seducente .
Il motivo di consulenza è molto confuso, dice e non dice,
fatico a capire qual è il vero problema per cui viene [?]
- “Confusione, ansia, perdo il controllo, depressione, pago
o non pago le bollette?, pulisco o non pulisco la casa? Non mi
alzo volentieri il mattino. . (mi analizzo o non mi analizzo?penso
io)
[A fine seduta scrivo nelle mie note: c’è qualcosa
di mortifero in questa donna, non accetta la realtà, impone
il suo desiderio].
La confusione d’identità emerge poi come il vero
problema.
Lei é madre di due figli, E. di ventitre anni, e Renèe
di ventuno, omosessuale- mi dice nel secondo incontro, però
avvertendomi, “non volevo dirlo”- non vorrei che si
confonda con il mio problema , è un problema ormonale vero?[?].
Raffaella è una maestra che da cinque anni ha ripreso il
suo lavoro; era casalinga prima, il marito industriale. Tutti
e due di famiglia di origine benestante.
La famiglia di origine è cosi costituita:
Lei è la terzogenita di quattro fratelli. Il secondo, Raffaele,
muore a tre anni cadendo da una scala, poco prima la madre lo
porta dal medico; che minimizza il fatto: “non è
niente, torni a casa”.
- Ma sua madre sapeva che era caduto da una scala? -Le domando
- lo dice al medico? Insisto,
Non mi risponde e continua il suo racconto, che è la novella
nevrotica famigliare. La madre e la famiglia tutta aveva scelto
di accusare, colpevolizzare il medico di negligenza e cosi discolparsi-
Proiettare la colpa sull’altro è un meccanismo universale
di difesa- Cosa che Raffaella vuole fare anche con suo marito,
per il suo malessere attuale. Ma non ci riesce, e perciò
interrompe le sedute diagnostiche al quarto e ultimo incontro.
Che cosa ho capito di Raffaella?- Alla neonata impongono il nome
del figlio morto tre anni prima, (Raffaele) per i genitori è
un modo di “fare rivivere i morti” una proiezione
fantasmatica del lutto non realizzato, che perciò cade
sulla generazione successiva. Conosce il suo futuro marito quando
ha 18 anni. Lui di ventuno, è separato con un figlio di
un anno. Lei non accetta il suo bimbo, non lo accetta come padre
ma gli dice “se hai bisogno di me io, ci sono”- messaggio
confuso – e confusionante.
Cosi come Raffaella non è stata accettata del tutto come
figlia ma solo come fantasma del fratello morto, lei non può
accettare suo marito che è già padre, perché
è diviso in due, metà padre e metà fidanzato;
[ma perché non lo rifiuta e si trova, a diciotto anni,
ragazzo tutto per lei? mi domando]- Lei accetta e non accetta,
come si è sentita accettata e non accettata- Questo è
l’aspetto mortifero di Raffaella, che si trascinerà
dietro tutta la vita-
Il suo primo figlio è la “reincarnazione del fratello
morto, Raffaele, ma il secondo è la reincarnazione di se
stessa; lei lo vuole omosessuale, perché aspetta- desidera
una bimba, ma viene un maschio. Perché non lo accetta come
maschio? Cosi come lei non è stata completamente accettata
come donna, bensì come la re-incarnazione del fratello
morto, lei non potrà accettare completamente né
il figlio del suo moroso/futuro-marito, né il suo secondo
figlio, che è un altro maschio ancora e non una femmina,
come lei avrebbe voluto!
[Il disegno di una persona fato da Raffaela. Il nome A, di anni
23, sono quelli del suo primogenito. Un maschio con tratti femminili:
( sembra un fantasma)]
L’equazione: Raffaele si trasforma in Raffaella per volere
dei genitori, e René- Renée -da maschio in femmina,
per volere di sua madre- Una trasformazione e ripetizione del
trauma iniziale, la morte del piccolo Raffaele 53 anni prima.
Identificazione e adozione:
Una domanda ricorrente rivolta dai giornalisti, ai mass-media
argentini, agli Psicologi era:
“Le sembra normale che gli omosessuali adottino bambini?”.
“Cosa succederà con l’identificazione uomo/donna,
che s’impara dal padre e dalla madre?”
La risposta che possiamo dare oggi è:“ l’identificazione
non è uguale a copiare un modello, come in una fotocopia”.
L’Io è, prima di tutto, un io corporeo, che si appropria
di sensazioni e stimoli interni, un processo che inizia nell’utero,
“io esisto, io sento, io sono vivo/a.”
Poi inizia il rapporto con l’Io pelle, il contatto con la
madre –pelle-, infine il registro del volto e le sue espressioni.
Se esisto come corpo totalità, diventerò poi un
corpo sessuato, identificato nel corpo -maschio, o nel corpo-
femmina.
A-L’identificazione primaria,
E’la più precoce e primitiva, profondamente collegata
alla capacità di tenerezza /ostilità della figura/funzione
materna. Il caldo/freddo, la sensazione di sentirsi ben sostenuto,
di equilibrio o di voragine, la coerenza tra il volto della madre
o chi per lei, e le emozioni che trasmettono. Il come sto, come
mi sento? In fine è la risposta al “ Sono desiderato
oppure no?” Un neonato percepisce tutto ciò, già
dall’utero.
B-Dall’Io corpo, all’Io mente.
L’identificazione, come processo mentale avviene intorno
ai due anni e mezzo.
Il Chi sono io? Io sono Io, Io ho un nome, ed io ho un corpo sessuato.
(La importanza del nome e del cognome! “Questo figlio non
è mio”, (caso Brazil). Dare ai figli i nome dei morti
con lutti non elaborati. L’identificazione con il totem).
Adesso la identificazione diventa un processo mentale e del pensiero;
gli stimoli che vengono dal di fuori sono processati e trasformati
dal bimbo/a, la realtà non s’incorpora com’è,
bensì in relazione con il desiderio dell’adulto che
rappresenta quella realtà, e con chi quest’adulto
é.
Raffaella femmina -deve essere un Raffaele (Sostituto simbolico
del fratello morto tre anni prima) e Renè (suo figlio secondogenito
un maschio deve diventare il sostituto simbolico della figlia
femmina desiderata, una Renèe).
L’identificazione non è una introiezione totale ,
c’è un lavoro psichico, un processo mentale del pensiero,
una trasformazione. La realtà può essere introiettata,
che è un processo mentale oppure incorporata, processo
corporeo, in rapporto al desiderio dell’adulto. Ho una femmina,
ma vorrei un maschio, oppure ho un maschio, ma vorrei una femmina.
Oppure, questi figli devono far “ri-vivere i morti”.[Nel
tumore o trovato in alcuni casi lo stesso processo proiettivo
genitoriale].
Desiderio materno e desiderio paterno, Coincidono o sono discordanti?
Caso clinico 4- Il ciliegio fiorito.
E. di 24 anni, è il secondogenito di due fratelli. Il primogenito,
laureato in scienze politiche, ha 26anni. Madre casalinga, padre
impiegato statale.
Il motivo di consulenza: -“Io sono omosessuale”, in
questo modo inizia il primo incontro; “lo so da che avevo
14 anni, ero d’aspetto effeminato” [adesso non più].
“Ho sempre molto sofferto l’emarginazione e la solitudine;
mi sono chiuso in me stesso come difesa. [Vedere Test –house-:
un grido di dolore, mi fa pensare a L’ urlo de Munch, oppure;
non vedo, non parlo, inibizione e restrizione del Io]
“Non mi sono mai accettato. E’ ora di accettarmi;
sono stato a Londra per un periodo dove ho parlato per la prima
volta dei miei problemi, ora mi sono deciso a fare questa consulenza”.
Suo fratello è in cura da una collega che gli dà
il mio nominativo, lui accetta perché “lei è
straniera- argentina- e sa cosa vuole dire essere diverso”.
“Ho avuto due madri più che un padre e una madre.
Mia madre decideva tutto in famiglia; desiderava una bambina,
quando aspettava me; a otto anni mi manda a studiare pianoforte,
poi chitarra, poi oreficeria, infine restauro del legno”.
“Dopo le superiori ho fatto un anno di università.
Decideva tutto sempre lei !... e poi ho mollato”, -[Comincia
a “decidere lui”]
“Mio padre, troppo buono, debole, lui da tutto a tutti”
[come una grande Madre, penso ]
“Mio fratello è sempre in contrasto con mia madre,
io invece gli dico: ‘La mamma ha ragione’.
“Mi sembra di essere mia madre, ma non vorrei questa somiglianza.
Quando mio fratello mi prendeva in giro, ‘femminuccia’,
come pure i compagni a scuola…, quanto li odiavo! ..“
“Io adesso voglio essere me stesso, non accontentare un
altro”.
La sua solitudine è il peggior tormento…”Io
non avrò mai figli, sarò un albero senza frutti”
[ Tree. vedere disegno dell’albero]
In realtà, E. ha 24 anni ma è vergine, non ha
mai avuto un rapporto. Teme aprirsi alle amicizie, perché
non sa chi è.
Ha una grande confusione in testa, non sa cosa vuole dire maschile
o femminile, e teme che ogni incontro deva essere per forza finalizzato
sessualmente. (Dare il culo)
“Ho avuto due madri più che un padre e una madre”
Continua il racconto di se, “nella famiglia materna reggeva
una sorta di matriarcato,… erano quattro sorelle tutte attaccate
alla nonna, tutte le domeniche andavamo dai nonni materni. Mai
dalla famiglia di mio padre, ma lui non diceva mai niente. Mia
mamma è la più simile alla nonna, la più
possessiva e la più ansiosa di tutte le sorelle- . Il papà
sempre ha detto di sì. E la mamma gli ha sempre detto:
‘Te si massa bon’, - in dialetto veneto- ma criticandolo
sempre”.
Dopo due messi dall’ inizio della psicoterapia, è
invitato da un’amica del fratello a una festa, è
“il giorno che l’albero delle ciliegie fiorisce”,
“…eravamo in trenta o quaranta in giardino; io con
la gente non sto bene ho pregiudizi..” (ricordare che è
stato preso in giro da adolescente perché femminuccia.)
“…Alla notte ho fatto un sogno, nuvole di vetro che
si frantumano e cadono addosso di loro, io sono l’unico
a salvarmi. La gente non mi piace. [Questo è nevrosi, penso
io, non poter gioire della vita..”].
L’albero fiorito ha provocato molta invidia in lui, che
pensa che non avrà mai figli, perché omosessuale.
[ma non è obbligatorio avere figli].
Ultimo sogno e fine terapia: (diciannove mesi dopo)
E. si sta aprendo, comincia a conoscere molta gente nuova, gente
colta, gente della sua età, e altri maggiori di lui.
“Io sto osservando una persona che taglia l’erba con
una macchina. Che bravo, mi dico, come la taglia bene!.... Sotto
l’erba tagliata, c’è un orto, e le ‘gombine’
–dice in dialetto, -dove si piantano gli ortaggi, c’é
soltanto la terra completamente spoglia” (bisogna far crescere,
adesso che si è preparato il terreno-) .”…sotto
questa terra scavo per trovare pietre preziose; le trovo di vari
colori e all’inizio provo per vedere cosa ne esce, le intravedo,
poi vado a colpo sicuro, le tiro fuori, prima piccole gemme…..
poi grandi, ci sono delle persone che mi guardano”, (come
in una lezione di gemmologia, oreficeria). Lavorando la sua mente
– terra – i prodotti / frutti si possono cogliere.
(E le pietre preziose sono tutte le relazioni e legami nuovi che
adesso può fare)
Caso clinico 5-
M. T. Ha circa cinquanta anni quando ci incontriamo ed è
in crisi totale e disperata. La sua amica l’ ha lasciata,
si unisce a questo la crisi della menopausa, perciò, non
può avere figli infine la crisi nel lavoro-.
Quando scopre di essere omosessuale, M. T. ha trenta anni; e da
allora sembra impazzita di dolore. Prende psicofarmaci perché
non poteva accettare questo desiderio.
M. T. è una donna intellettuale di “sinistra”,
emancipata, laureata, abita da sola, ma soffre in modo abnorme
la sua condizione omosessuale della quale si vergogna- anzi, c’è
una ricerca inconscia del suicidio-[ Viene di sera alle sedute
con una bicicletta mountain–bike senza fanali, abitando
a una quindicina di km, dal mio studio ]-.
Il senso di colpa la distrugge da allora. Mi è molto difficile
sostenerla, perché la sua aggressività é
altissima. Dichiaro più volte la mia impotenza come psicoanalista.
Mi chiede l’impossibile.
Quando c’era stato il caso di Wayne John, un marine USA
sposato con una donna dominicana che gli al recise il pene, il
commento della madre fu: Ben fatto, dovrebbero tagliargli il pene
a tutti!- Lei é una “travesti “, vestita da
donna ma con una testa/ mente -maschile e sadica- .
Il padre, orfano, é un bambino mai cresciuto, dipendente
e totalmente sottomesso alla moglie, con tratti paranoici marcati.
M. T. ricorda che da piccola la madre la legava per un piede,
davanti alla sua casa, nel cortile perché, essendo una
commerciante che lavorava sodo nel negozio, quello era il modo
per “seguire la bimba, evitandone dei rischi”.-
Siamo nel dopo guerra.
-Oggi sarebbe stata denunciata per abuso di minore -conclude.
La colpa per la sessualità unita alla disperazione è
stato il leit-motiv di quest’analisi; abbiamo lavorato insieme
per cinque anni! Con una fatica immane !,
Grazie alla sua capacita di simboleggiare, e la sua intelligenza,
M .T, non solo non soccombe alla psicosi, ma riesce a recuperare
molto lentamente la capacità di vivere.
Tutto è relativo.
Se Daniel è stato adottato a dieci anni; se il “figlio
adottivo” di Loredana non é suo, pur volendo un matrimonio
con la sua amica; se Ricci d’oro ha una figlia da un matrimonio
etero ma vuole amare chi desidera ed essere considerato “
normale”; O condannare al dolore e alla solitudine come
E. l’’albero delle ciliegie, si è condannato
da solo per più di dieci anni?
Chi siamo noi per giudicare.
cONCLUSIONI.
La legge di EQUAL MARRIAGE è stata presentata al Senato
della Nazione Argentina , previa una ricerca scientifica . Infine
è stato detto che, “La natura non giudica, solo gli
esseri umani lo fanno”.
Sono passati solo cinquanta anni, da quando la donna non poteva
votare, come per il matrimonio tra razze diverse, perchè,
si diceva: “Dio non vuole la mescolanza delle razze ”.
Se il matrimonio serve alla procreazione, perché si sposano
le donne sterili o fuori età, o chi non vuole o è
incapace di procreare?
In realtà, le persone non si sposano soltanto per fare
figli, ma perché si amano, e hanno un progetto di vita
in comune. Alcuni si sposano e non procreano mai, altri si sposano
e non vogliono o non possono procreare, e altri hanno tanti figli
senza mai sposarsi.
Sappiamo oggi che l’essere umano è il frutto o prodotto
di un’evoluzione durata milioni di anni, e da 100.000 mila
anni, evolvendo dall’australopiteco – una femmina
nomade, -che partendo dalla savana africana, ha popolato tutti
i continenti.
La civiltà attuale ha solo circa diecimila anni; ma la
procreazione esiste prima del matrimonio.
Il matrimonio non è altro che un contratto, un accordo,
un’alleanza tra due parti”.
Infine amare cosa é? Mi viene in mente per concludere,
uno dei più grandi geni di tutta l’umanità,
Leonardo da Vinci, [1452-1519-il sole sta fermo dice una generazione
prima di Copernico 1473-1543] un omosessuale geniale, figlio illegittimo
di una contadina, una donna del popolo, mai legittimato dal padre
un ricco notaio.” (Che ebbe dopo a cinquanta anni, dieci
figli maschi e due femmine legittimi/ legittime-- ma chi si ricorda
di loro-- ?).
“Sono un omo senza lettere”-diceva di sé perché
non conosceva il latino-, …
“so più dall’esperienza che di altrui parola
… Nessuna cosa si può amare né odiare, se
prima non si ha cognition di quella”, e poi, ci dimostra
la sua liberta intellettuale e giustifica ogni ricerca indipendente
dicendo: “Quello che disputa fondandosi nell’autorità,
utilizza più la sua memoria che la sua intelligenza.
Freud ci dice di Leonardo: “fu il primo ricercatore fisico
moderno, che dopo i greci ha avuto il coraggio di avvicinarsi
ai secreti della natura, fondandosi solo nella osservazione e
nel proprio giudizio, reso possibile perché si era liberato
dal padre castrante che imponeva la sua autorità”,
Ma il prezzo che pagò è stato la rinuncia alla donna
, alla eterosessualità, amando in questo modo i giovani
allievi come sua madre amò lui, fedele nel inconscio all’amata
madre Caterina, e perciò, non vende la Gioconda né
per tutto l’oro del mondo, la sua opera immortale.
Lui supera il trauma infantile, facendosi riconoscere da tutta
l’Umanità per le sue opere, per il suo genio e la
sua creatività. Pagando un caro prezzo, l’omosessualità:
una opzione non eleggibile.
Omo significa uguale etimo di umano da humus, Terra.
[* ] Lettera Daniel Lezana, in Spagnolo-
Carta de Daniel, 16 años, "NOSOTROS SOMOS UNA FAMILIA,
LES GUSTE O NO A MUCHOS, ESTA ES MI FAMILIA!!!."
Bs. As. 9 de junio 2010.-
Sres. Senadores, mi nombre es Daniel Lezana, soy hijo de Luis
Lezana, tengo 16 años y nos adoptamos hace seis, por eso
ahora puedo llevar nuestro apellido.-
El martes 8 de junio, estuve con mi papa en el senado, escuchando
las distintas opiniones, entonces yo, tambien quiero dar mi opinión.
Yo no divido a la gente por su sexualidad, heteros, homos, travestis….y
demás, posibilidades.
Mis padres biológicos eran heterosexuales y por esas cosas
de la vida, con mi hermanito, terminamos viviendo en un hogar
.( no quiero hablar del por qué ).
4 veces mas, intentaron adoptarme, familias heterosexuales, y
me devolvieron, porque decían que era travieso, una vez
me devolvieron por que les puse mucha comida a los pecesitos y
se murieron , al parecer por comer mucho. Y las otras veces no
recuerdo bien, solo tenía más o menos 8 añitos.
CON TODO ESTO, YO NO DIGO, QUE TODOS LOS HETEROS SON MALOS, ES
MAS, YO SOY HETERO, ME GUSTAN LAS CHICAS Y SOY BUENA PERSONA.
A los 10 años, apareció en el hogar LUIS, mi PAPA
DEL ALMA, como nos llamamos nosotros. Entonces el Juez me dijo:
Mira Dani, hay un Sr. Soltero, que tiene un perro grande que se
llama carolo, y quiere adoptarte………Yo no lo
podía creer, había una nueva esperanza para mí,
yo pensaba que iba a terminar en el hogar como muchos de los chicos
grandes. Ya a mi hermanito lo habían adoptado por que era
muy chiquito, el si había tenido suerte……y,yo,
ya era grande, porque nadie me quería?.....todas las noches
me lo preguntaba, hasta que me dormía, sin respuestas….
Y así fue que nos vinimos a Bs. As., al principio no fue
fácil, Luis es arquitecto, así que la casa siempre
es un lio, siempre esta remodelando algo, no tiene descanso….jajaja.
Luis es re hincha, todo el día está diciendo: estudiaste!!!,
te bañaste, te lavaste los dientes?....ufa digo yo!!!!,
ya estoy harto…..PERO: cuando me voy a dormir por las noches,
se que el siempre sube a taparme y a darme un beso en la frente,
que molesto…no?..jajaja.
Cuando paso el tiempo y me anime a hablar con mi viejo de lo que
es la homosexualidad, al principio, no me gusto, pero por qué
no lo ENTENDIA!!, a Uds. SRS. Senadores, les debe pasar lo mismo
no?....Uds. entienden con el corazón lo que es ser gay?.
Después con el tiempo, empecé a ver con mis ojos
del corazon a LUIS Y GUSTAVO ( su ex pareja, ahora se separaron)
…. también soy hijo de padres separados…ojo
con mis traumas…... jajaja… A mi, me hubiera gustado
que Luis y Gustavo se casen, hubiera tenido dos PAPAS.
Cuando vivíamos los cinco (había dos perros), todo
era más divertido, Luis (mi viejo) era el malo, y nosotros
éramos sus víctimas…jajaja…era muy divertido,
todos estábamos en su contra, el siempre tiene que organizar
todo.
Según Luis, y yo me rio mucho, tiene que ser madre y padre
a la vez…es un personaje!!!. Todos los hijos que se crian
solo con un papa o una mama, les pasa lo mismo no?, sus papas
cumplen los dos roles, el mío lo hace, a veces, es re pesado.
NOSOTROS SOMOS UNA FAMILIA, LES GUSTE O NO A MUCHOS, ESTA ES MI
FAMILIA!!!.
Para los que piensan o creen que mi viejo, me inculca el ser gay
o me puede contagiar,
SE EQUIVOCAN!!, a mi me gustan las chicas y mucho!!, pero que
pasa si fuera gay?, Uds. Creen que es por que me crio un gay…mmmm…yo
no lo creo. Ahora que estoy escribiendo por los derechos de mi
viejo y los míos, quisiera, que él se case!!, como
me voy a casar yo el día de mañana.
Él cuando se case lo va hacer con otro gay, que sienta
como él, no se va a casar con los heteros, de que tienen
miedo?, que los gays son una plaga que nos van a invadir?, Si
se casa mi papa, el boletín de la escuela lo van a poder
firmar los dos, a las reuniones del cole puede venir cualquiera
de ellos, quiero tener los MISMOS DERECHOS que tienen mis compañeros
del colegio, y si ellos (mis papas),se separan, tener LOS MISMOS
DERECHOS, que tienen los hijos de padres separados....sus hijos
los tienen y YO NO, ¿Por qué?
Bueno, lo último, yo estoy orgulloso del padre que tengo,
de el aprendo, que en la vida hay que luchar por las cosas que
queremos, y yo querido VIEJO, SIEMPRE ESTARE A TU LADO!!.
Y por favor Sres. Senadores, los gays se van a casar entre ellos,
no tengan miedo, NO SE VAN A CASAR CON USTEDES.
Muchas gracias.
Daniel Lezana.-